L'ARTE DELL'IKEBANA
La parola, formata da Ike, che significa "vivere" o "dare la vita" e Bana, che significa "fiore" e quindi il risultato è "fiori viventi".
Nel 400 l'Ikebana diventò una composizione molto complessa e subì l'influenza del Buddismo esoteico. Il Buddismo Zen creò poi il Chabana, la cui semplicità ascetica rispecchiava l'essenzialità del pensiero dei monaci Zen. Nel 700 nacque lo stile Shoka ma nacque anche la ricerca di una espressione più naturale detta Nageire.
Oggi abbiamo due stili fondamentali: il Moribana (composizione in vasi bassi) e Heika o Nageire (composizione in vasi alti).
Moribana
COME CONSERVARE I FIORI
I fiori recisi inseriti in un ikebana devono dare l'impressione di qualcosa che continui a vivere. Esistono vari sistemi per conservare più a lungo i fiori: il metodo "Mizugiri" è quello di alzare l'acqua cercando di sollecitarne la penetrazione nei vasi portatori di linfa. Si taglia lo stelo del fiore direttamente in acqua facendola fluire immediatamente nello stelo appena reciso. Tagliando lo stelo fuori dall'acqua, penetrerà aria che formerà una intercapedine impedendo la successiva penetrazione dell'acqua stessa. Questo trattamento può essere applicato a tutti i tipi di fiori, foglie e rami.
Spiegazione semplice ma molto esaustiva
RispondiEliminaed affascinante