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venerdì 8 giugno 2012

La pietra filosofale

Breve storia dell'ALCHIMIA
L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline, come la chimica, la fisica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina, lasciando numerose tracce nella storia dell'arte. Il pensiero alchemico è altresì considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scentifico.
Il termine alchimia deriva dall'arabo al-kimiyah, al-kimiyà o al-khimiyah (الكيمياء o الخيمياء), composto dell'articolo al- e della parola kimiyà che significa "pietra filosofale" e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme", "saldare", "allegare", ecc. (da khumatos, "che è stato colato, un lingotto"). Un'altra etimologia collega la parola con Al Kemi, che significa "l'arte egizia", dato che gli antichi Egiziani chiamavano la loro terra Kemi ed erano considerati potenti maghi in tutto il mondo antico Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa "succo per fare l'oro".

 
L’Alchimia è stata una cultura di antichissima formazione. Già si conoscono tracce del pensiero alchemico fin dalla età del ferro ed in particolare dalla antica cultura della Cina. L’Alchimia Cinese si fondò sulla base della alternanza di due principi complementari detti YANG-YIN - che generavano una unione di opposti YANG (Cielo - Sole - Maschio) (YIN -Terra- Luna -Femmina) 
Già gli alchimisti egiziani avevano notato che la terra nera nel Nilo doveva la sua fertilità all' "humus ", residuo della macerazione di foglie alberi ed animali morti. Avevano anche capito che le piante venivano mangiate dagli animali erbivori e che i carnivori mangiavano gli erbivori e cioè che l'uomo apparteneva a questa catena alimentare biologica, dove ogni essere vivente, quando si decomponeva ritornava in ciclo.Pertanto al fine di evitare la "reicarnazione" dei resti umani in seguito a "trasmutazioni periodiche" dell'humus, essi svilupparono la Alchimia per mummificare i corpi dei morti, in modo che il corpo mummificato alchemicamente rimanesse inalterato dopo la morte; gli egizi chiusero infatti le mummie in tombe serrate " ermeticamente " (vocabolo quest'ultimo che deriva da "Ermes").
  Nel mondo arabo l’alchimia si sviluppò ponendo in chiara evidenza come l’intervento di perfezionamento dell’uomo portava ad una maggiore perfezione dei prodotti artificiali alchemici rispetto a quelli naturali.Si deve agli alchimisti Arabi un grande sviluppo delle tecniche di distillazione con gli "alambicchi" che utilizzarono perseguendo l’idea di tentare di estrarre lo "spirito" (il respiro vitale emesso dal Sole che dà vita alle cose), che si riteneva esercitasse la funzione di legame per tenere assieme gli elementi terreni e i frutti della terra.L'alcool distillato dal vino e dalla frutta fu ad esempio ritenuto un elixir magico, in quanto medicamento capace di curare dalle infezioni delle ferite ed anche vari altri mali.Grande sviluppo ebbe la Alchimia araba al tramonto dell'impero romano.
 Durante il periodo dello sviluppo del pensiero scientifico al’ epoca della Magna Grecia, la alchimia perse quel carattere di attività esoterica correlata strettamente a le concezioni astrologiche e pur mantenendo i principi della antica alchimia ermetica quali, la correlazione tradizionale tra astri ed elementi ed il principio comune alla alchimia di ogni epoca della ricerca della perfezione e della purezza della materia contemporaneamente a quella del pensiero. In quest'epoca l'alchimia sviluppò la sua dimensione speculativa interagendo con la cultura scientifica e filosofica della Magna Grecia e pertanto l’alchimia accettò la concezione dei Quattro elementi (Fuoco-Acqua-Aria e Terra), come fondamento della composizione di tutti i corpi, ma gli alchimisti correlarono le proprietà di "Estensione e Contrazione" dell’aria e della Terra ai principi attivi del Fuoco e dell’Acqua. Si ritenne pertanto che i quattro elementi non esistessero puri, in quanto tutte le sostanze venivano ad essere combinazioni di tali proprietà elementari che ancora che tendevano a svilupparsi verso la purezza dell’oro; genuinità che nel campo del pensiero cognitivo fu oggettivamente associata all’idea della scoperta della "Pietra Filosofale". Quest’ultima è stata interpretata come la chiave della comprensione della via della purezza, che può essere raggiunta tramite salti di livello intuitivo detti "visio" (cioè di immaginazione o di rivelazione divina).
 L'alchimia metallica (via secca) e quella degli Elixir o Quintessenze (via umida) fu riscoperta nell’occidente europeo nel tardo medioevo, in gran parte dalle traduzioni della Alchimia dell’era della Magna Grecia e dalle tradizioni scientifiche arabe introdotte in Sicilia ed in Spagna.
Ancora per motivi religiosi dovuti alla difficoltà di integrazione con le concezioni sviluppate nell'Islam, gli studi alchemici furono proibiti dalla chiesa cristiana e gli alchimisti perseguitati e condannati dalla sacra inquisizione. Solo nel periodo del tardo medioevo in europa, in alcuni casi rimasti famosi, gli studi alchemici furono approfonditi da personaggi potenti sia tra la nobiltà che nella sfera ecclesiastica, tra essi Alberto Magno (1193-1280), Ruggero Bacone (1214-1294), e lo stesso Tommaso D'Aquino (1226-1274). Cecco d’Ascoli autore del libro alchemico "L’Acerba", non essendo un potente, fu messo al rogo a Firenze il 17 Luglio del 1327. Raimondo Lullo ( Ramon Llull di Palma de Majorca 1232-1315) discendente di un antico casato aristocratico e pertanto vicino alle leve del potere, fu uno tra i più famosi alchimisti europei; egli tentò una interessante giustificazione della Alchimia in relazione al concetto di "libero arbitrio" dell'uomo, così da farla accettare nell’ambito della teologia della chiesa cristiana.
Alcuni alchimisti medievali in campo cristiano pensarono che la possibile "tramutazione" dei metalli vili in oro era essenzialmente funzione della scoperta della Pietra Filosofale e cioè delle capacità creative dell’ingegno umano. Pertanto essi intesero l’Alchimia come l'agente di perfezione parallelo alle indicazioni di purezza spirituale proposte da Cristo. L'Uomo fu quindi considerato per analogia il "Forno filosofico" in cui si compie l'elaborazione del pensiero capace di scoprire le capacità di trasmutazione che conducono alla purezza.
Secondo gli "alchimisti mistici" il Cristianesimo fondato sulla Chiesa si propone di salvare l’uomo, ma non la natura a cui l’uomo appartiene, mentre per essi il Cristo è il salvatore dell’universo nella sua totalità e non solo dell’anima umana. Pertanto rifacendosi, secondo la secolare tradizione alchemica alla inseparabilità delle concezioni apparentemente in contrapposizione quali "spirito e materia", sostennero il principio della "coincidenza oppositorum", che diceva che ogni manifestazione del pensiero ha due componenti: una manifesta ed una occulta di indole spirituale,che non sono mai separabili. Tale coicidenza tra azione spitituale e materiale fu simbolicamente rappresentata dall' "uroboro" (il serpente che si morde la coda). In considerazione di ciò venne detto che: "Se tu vuoi realizzare la nostra Pietra, sii senza peccato, realizza una vita dedita alla perfezione del mistero dello spirito."Da questa impostazione gli Alchimisti Mistici, vollero stabilire tutta una serie di equivalenze che avevano per scopo la ricerca l'ottenimento della purezza, parallelamente a quella della salvezza e purificazione spirituale proposta da Cristo al fine di coinvolgere secondo la tradizione alchemica, riletta in senso cristiano, l'intera realtà materiale e spirituale del mondo e degli esseri umani.La leggenda della Santo Graal (Calice che aveva contenuto il sangue di Cristo in Croce ), fu interpretata come la ricerca della "parola perduta" cioè di una verità rivelata da ricercare dalla quale trarre la saggezza necessaria per attuare la scoperta della Pietra Filosofale.



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