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martedì 13 novembre 2012



Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America






Miti e Leggende
Sedna, Signora del mare 
(Eskimesi Centrali)


Personaggio centrale nel culto eskimese, Sedna è una figura divina tipica delle popolazioni di pescatori. Signora del mare e madre di tutti gli animali marini, la dea Sedna esprime il complesso rapporto magico-religioso tra l'uomo e il mare che caratterizza non solo la vita materiale ma anche la mitologia delle culture piscatorie. Il mito di Sedna spiega l'origine del principale bene economico: le foche e le altre prede da pesca che sono nate dalla carne stessa della dea. Tuttora è lei a dispensare la fauna ittica ai pescatori dal profondo degli abissi, sua eterna dimora. In questo regno sottomarino Sedna accoglie, inoltre, le anime dei morti e, di tanto in tanto, i grandi sciamani: gli unici esseri umani che hanno il potere di discendere a recarle visita.


Su una spiaggia solitaria vivevano un tempo un uomo e sua figlia, Sedna. Era un luogo gelido e desolato, ma i due si trovavano bene e conducevano una vita tranquilla. Da quando sua madre era morta, lasciandola che era ancora una bambina, Sedna era diventata una giovane molto graziosa ed era in età di marito. Rimasta sola col padre ella si era presa cura dell'amato genitore e non avrebbe mai voluto abbandonarlo. Per questo quella deliziosa fanciulla aveva già rifiutato numerose proposte di matrimonio. Molti giovani dei villaggi vicini le facevano la corte poiché era davvero una ragazza splendida, eppure nessuna dichiarazione d'amore raggiungeva il suo fiero cuore, nessun canto di corteggiamento sembrava colpire i suoi sentimenti. Così respingeva ogni pretendente alla sua mano. Una notte, mentre Sedna dormiva profondamente, entrò nella sua tenda uno sconosciuto vestito in modo assai strano, con degli enormi amuleti pendenti, a forma di zanne di cane. Approfittando dell'oscurità, l'uomo si mise a giacere accanto all'ignara fanciulla e con violenza abusò di lei e la fece sua moglie. In realtà quell'uomo era il cane del padre. Rimasto fortemente attratto dalla radiosa bellezza della fanciulla, il malizioso animale aveva assunto sembianze umane per poter giacere con lei. Prima ancora che Sedna potesse reagire, il cane l'aveva già rapita conducendola su un'isola vicina. Quando la ragazza restò incinta il cane ebbe cura di lei, nuotando fino al villaggio per procurarle il cibo: riempiva di pietanze la sua borsa di pelle di foca e, sempre a nuoto, tornava sull'isola. Finalmente giunse il giorno del parto e Sedna diede alla luce numerosi figli, alcuni in forma umana, altri in forma di cane. Ma Sedna non era certo felice del suo triste destino; era stata rapita con violenza dall'immonda bestia e costretta contro la sua volontà a vivere su quell'isola perduta. Per di più, ora il cane non le procurava più cibo a sufficienza. La ragazza conduceva una vita di stenti e sofferenze e non avrebbe più potuto continuare così. Pertanto decise di mandar via i suoi figli. Non poteva sfamarli e per questo abbandonò prima i figli canini, poi quelli umani. Dai primi hanno origine gli uomini bianche e dai secondi gli Indiani Chippewa. Poi levò alto nel cielo il suo triste lamento. A lungo pianse e si disperò chiamando suo padre affinchè giungesse a salvarla. <<Oh padre, se sapessi quanto soffro accorreresti in mio aiuto e insieme fuggiremmo sulla tua barca. Il cane malvagio mi tiene prigioniera su quest'isola. Oh padre, vieni e riportami a casa!>> Il vento del Nord raccolse il triste pianto di Sedna e lo condusse fin sulla riva dove viveva suo padre. Fu così che il genitore venne a conoscenza di ciò che era capitato alla figlia e, deciso a liberarla, pensò di uccidere l'essere crudele che tanto dolore aveva arrecato alla povera Sedna. Così, quando il cane giunse al villaggio per fare provviste, l'anziano genitore di Sedna riempì di pietre e sabbia la borsa di pelle di foca che quello aveva con sé, in modo che, quando l'animale giunse in alto mare, fu tirato giù in fondo da tutto quel peso e annegò. Allora il padre si recò con la sua barca sull'isoletta e ricondusse Sedna a casa. Era trascorso ormai quasi un anno e venti tiepidi segnavano la stagione del disgelo. Fu allora che un bel giovane giunse su questa riva mentre Sedna era sola, perchè il padre era a caccia. Quell'uomo era alto e bellissimo, con occhi lucenti e folta chioma. Appena vide Sedna lodò la sua leggiadria e le parlò con seducenti parole: <<Vieni con me>>, disse, <<ti porterò nella mia casa e mi prenderò cura di te. Avrai tutto ciò che desideri, la lucerna sempre piena d'olio e la scodella mai vuota di cibo. Vivrai in una tenda comoda e luminosa, fatta delle migliori pelli di renna, e il tuo giaciglio sarà sempre tiepido, ricoperto di morbide pelli d'orso>>. Sedna rimase incantata dalla bellezza dell'uomo e, non potendo resistere alle seducenti promesse, accettò di diventare sua moglie. Raccolse ciò che possedeva nella borsa di membrana e, preso posto nella barca del giovane, si avviò insieme al suo nuovo marito verso l'immensità delle acque.

(Fine Prima Parte)




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