Leggende Alpine
Nelle Valli Piemontesi
La montagna dei Twergi
Hanno tipiche caratteristiche: una folta barba, volti rotondi, guance rubizze; indossano sempre un cappello e sono vestiti di stracci e foglie. Sono piccoli, ma molto forti e abilissimi nella lavorazione del metallo. Fanno infatti della stirpe dei nani metalliferi. I più anziani, a causa dell’umidità accumulata nella loro vita, hanno la barba e i capelli tendenti al verde perché coperti da muschi e licheni. Il loro nome potrebbe derivare dal tedesco medievale Twerg e sarebbe giunto insieme alle popolazioni Walser che emigrarono tra il XII e il XIII secolo dal Canton Vallese nella bassa Ossola, in Val Sesia e nella Valle di Gressoney. Ad Ornavasso si racconta la fiaba di Catarinen, una giovane pastorella che si recava ogni dì a pascolare le mucche della verde radura della Kalmatta. Poco distante viveva un gruppo di Twergi. Uno di loro si era invaghito della bella ragazza e l’aspettava ogni giorno. Iniziò a raccontarle bellissime storie. Col tempo anche Catarinen si affezionò al Twergi e una sera d’autunno i due innamorati si dichiararono il proprio amore. Ma la giovane era molto turbata. Non voleva rinunciare alle attenzioni del folletto, però temeva la reazione dei genitori, che difficilmente avrebbero acconsentito a un matrimonio così insolito. Alla fine la passione ebbe la meglio e Catarinen abbandonò la casa paterna e si offrì al Twergi. Si sposarono nel bosco vicino al torrente e in quella occasione accorsero gnomi da ogni angolo della valle. La sposa ebbe in dono una corona di foglioline raccolte in un luogo segreto. Da allora la dolce Catarinen e il Twergi non furono mai più visti da occhio umano.
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