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martedì 15 gennaio 2013

Giardini nella storia 


I GIARDINI PENSILI DI BABILONIA
 assiro-babilonesi
famosi erano nell’antichità i giardini degli Assiri, nella Mesopotamia, la fertilissima regione asiatica compresa tra due fiumi, il Tigri e l'Eufrate. Questo popolo di guerrieri spietati, che praticava la legge “del Taglione” occhio per occhio, dente per dente) nel bottino di guerra metteva anche gli alberi, della cui bellezza si gloriavano. Il re assiro Tiglat Pileser I (circa 1100 a.C.) si vantava di aver riportato sia il cedro del Libano che il bosso, che "nessuno dei suoi antenati aveva mai avuto".
Ma i più famosi giardini della civiltà assiro-babilonese furono quelli pensili di Babilonia, attribuiti a Semiramide una regina vissuta forse nel sec. IX a.C., la cui esistenza non è stata storicamente accertata. Alcuni storici latini (Diodoro Siculo e Strabone) ne danno una descrizione che ci permette di ricostruire una delle meraviglie 
del mondo.
Si presentavano come una collina artificiale con i fianchi sistemati a terrazze larghe ognuna m 3,50 che andavano stringendosi man mano che salivano. Muri di sostegno alti m.5 collegati da grandi archi le sostenevano. L'ultima terrazza, la quarta, era il giardino vero e proprio che occupava tutta la sommità della costruzione. Per impedire infiltrazioni d’acqua la terrazza poggiava su un soffitto di pietra, sul quale veniva steso uno strato di giunchi ed asfalto, coperti da un doppio strato di mattonelle o mattoni annegati nella malta. Infine si ponevano larghe lastre di piombo ed il terreno necessario alle piante. Il sistema di irrigazione veniva alimentato dal vicino Eufrate, da dove, secondo Strabone, gli schiavi attingevano l'acqua mediante delle pompe.
Venivano coltivate molte piante: accanto a quelle apprezzate per la loro bellezza, i loro fiori e profumi, molte altre da cui si potevano estrarre droghe adatte ad aiutare la medicina e la magia. Erano luoghi ideali di perfezione, adatti alla meditazione e al riposo. La loro bellezza catturò anche Alessandro Magno che qui soggiornò e cercò di acclimatarvi, senza riuscirvi, l'edera molto diffusa nella sua terra, la Macedonia.
Gli antichi testi dicevano che i giardini pensili di Babilonia erano il solo luogo della città in cui era stata usata la pietra. Erodoto, cui piacevano oltremodo i particolari pieni di fantasia, consacra un lungo paragrafo a questi, che i lirici annoveravano tra le sette meraviglie del mondo.
Nella terra di Babilonia, viveva un re chiamato Nabucodonosor. Sposò una bellissima principessa di un'altra terra, e la condusse a Babilonia, la capitale del suo regno.
Ma la nuova regina aveva nostalgia delle montagne e dei giardini del suo paese; perciò il re fece costruire dai suoi architetti i giardini più belli del mondo.
Non si sa se questa storia sia proprio vera, ma sappiamo da antichissimi scritti che i giardini di Babilonia esistettero realmente. Nella campagna dell'Iraq gli archeologi hanno trovato pozzi vuoti, fossati e cantine che dovevano far parte dei giardini pensili di Babilonia. In realtà i giardini 'pensili' non erano sospesi, ma erano appoggiati su terrazze e balconi.
Dopo uno studio minuzioso dei testi antichi e un attentissimo scavo, Robert Koldewey (un archeologo) arrivò fatalmente alla conclusione che le strutture a volta presso la Porta Ishtar erano davvero la base di sostegno dei famosi giardini pensili di Babilonia.

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