NATALE NEL MONDO
PARTE 8
AUSTRALIA
Ciò che colpisce osservando dall'esterno le tradizioni natalizie australiane è la totale adesione alla cultura anglosassone, benché sia trascorso ormai molto tempo dall'arrivo nel quinto continente dei pionieri inglesi protestanti, avvenuto nel XVIII secolo. Sebbene il Natale cada in Oceania nella stagione estiva, non si è verificato negli anni alcun aggiustamento alle esigenze di un clima e di un ambiente nuovi. È paradossale come i bambini, che non conoscono la neve se non in fotografia o tramite la televisione, affidino i propri sogni ad un Santa Klaus che arriva con la sua slitta trainata dalle renne, e che la colazione di Natale, consumata magari al riparo di un ombrellone, preveda invariabilmente un menù ricco e sostanzioso, più adatto al rigido inverno europeo, e in tutto uguale a quello anglosassone. Unica variante all'etichetta natalizia inglese è la macedonia di frutta, sempre presente sulle tavole di festa australiane, che pone fine al pranzo del 25, questo, per la sua ricchezza, è un vero tormento per i bambini, costretti a ritardare il bagno al mare. Alcuni australiani di origine tedesca si sono riuniti in un comitato che reclama un nuovo calendario per il Natale. Come tutti i migranti afflitti dalla nostalgia, propongono di spostare le celebrazioni e le vacanze natalizie in giugno, durante la stagione invernale, per far vivere ai loro figli la la stessa atmosfera che hanno conosciuto da bambini. Non riescono infatti a capacitarsi di come sulle spiagge, molto spesso, accada di vedere giungere Babbo Natale in canoa. Un'ulteriore tradizione mutuata dall'Europa dov'è, però, oggi quasi scomparsa, è il Boxing day, festeggiato il 26 dicembre. Si tratta di una giornata dedicata agli amici, con i quali si organizza un picnic o si assiste a qualche competizione sportiva; il nome di questa insolita festa si riferisce alla tradizionale lotta esistente tra chi chiede e chi è costretto a dare la Christmas box, mancia natalizia. Nella vecchia Inghilterra, usava che tutti partecipassero alla preparazione del dolce di Natale per eccellenza, mescolando a turno l'impasto durante la sua lenta permanenza sul fuoco ed affidando ad esso uno speciale desiderio. C'era, poi, anche chi - e l'uso vive ancora in Australia - vi nascondeva dentro un ditale in argento, a garanzia della felicità coniugale, una carta da gioco e una monetina, che recassero fortuna e ricchezza. Una fetta del pudding, inoltre, era sempre destinata ai figli degli emigrati, perché anche nelle colonie potessero godere e tramandare gli usi della famiglia. La ricetta originale prevedeva nell'impasto anche carne ed era cotto nel grasso di bue, operazioni oggi omesse dalla maggior parte dei cuochi.
AUSTRALIA
Ciò che colpisce osservando dall'esterno le tradizioni natalizie australiane è la totale adesione alla cultura anglosassone, benché sia trascorso ormai molto tempo dall'arrivo nel quinto continente dei pionieri inglesi protestanti, avvenuto nel XVIII secolo. Sebbene il Natale cada in Oceania nella stagione estiva, non si è verificato negli anni alcun aggiustamento alle esigenze di un clima e di un ambiente nuovi. È paradossale come i bambini, che non conoscono la neve se non in fotografia o tramite la televisione, affidino i propri sogni ad un Santa Klaus che arriva con la sua slitta trainata dalle renne, e che la colazione di Natale, consumata magari al riparo di un ombrellone, preveda invariabilmente un menù ricco e sostanzioso, più adatto al rigido inverno europeo, e in tutto uguale a quello anglosassone. Unica variante all'etichetta natalizia inglese è la macedonia di frutta, sempre presente sulle tavole di festa australiane, che pone fine al pranzo del 25, questo, per la sua ricchezza, è un vero tormento per i bambini, costretti a ritardare il bagno al mare. Alcuni australiani di origine tedesca si sono riuniti in un comitato che reclama un nuovo calendario per il Natale. Come tutti i migranti afflitti dalla nostalgia, propongono di spostare le celebrazioni e le vacanze natalizie in giugno, durante la stagione invernale, per far vivere ai loro figli la la stessa atmosfera che hanno conosciuto da bambini. Non riescono infatti a capacitarsi di come sulle spiagge, molto spesso, accada di vedere giungere Babbo Natale in canoa. Un'ulteriore tradizione mutuata dall'Europa dov'è, però, oggi quasi scomparsa, è il Boxing day, festeggiato il 26 dicembre. Si tratta di una giornata dedicata agli amici, con i quali si organizza un picnic o si assiste a qualche competizione sportiva; il nome di questa insolita festa si riferisce alla tradizionale lotta esistente tra chi chiede e chi è costretto a dare la Christmas box, mancia natalizia. Nella vecchia Inghilterra, usava che tutti partecipassero alla preparazione del dolce di Natale per eccellenza, mescolando a turno l'impasto durante la sua lenta permanenza sul fuoco ed affidando ad esso uno speciale desiderio. C'era, poi, anche chi - e l'uso vive ancora in Australia - vi nascondeva dentro un ditale in argento, a garanzia della felicità coniugale, una carta da gioco e una monetina, che recassero fortuna e ricchezza. Una fetta del pudding, inoltre, era sempre destinata ai figli degli emigrati, perché anche nelle colonie potessero godere e tramandare gli usi della famiglia. La ricetta originale prevedeva nell'impasto anche carne ed era cotto nel grasso di bue, operazioni oggi omesse dalla maggior parte dei cuochi.
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