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lunedì 30 aprile 2012


Buon Sabba a tutti amici e amiche che continuate a seguirci. Siete pronti/e, stanotte a danzare?

Calendimaggio o Beltane (Notte del 30 aprile su 1 maggio) - La porta sottile della fertilità.

La Dea incontra il Dio

Con questa festa celebriamo la fertilità. Il rituale del sabba non deve servire solo per l'elevazione spirituale, ma anche per la richiesta e la celebrazione dei beni e dell'abbondanza che la terra ci offre. E' una festa di prosperita'; qui la Dea incontra il Dio, fecondando cosi' la terra, i cui frutti si raccoglieranno nell'estate. Viene anche chiamata notte di Walpurga. Qui si bruciano secondo alcune tradizioni, i rami di abete conservati da Yule.
Un'antica tradizione nord-europea, vuole in questo giorno il ballo del palo di maggio. E' una alta pertica a cui sono legati nastri rossi e bianchi, intorno a cui si danza, tenendoli per mano ed avvolgendoli lungo il palo. Questa danza propiziava la prosperita' e la crescita.
Questa festa di gioia, fertilita', fecondazione e concepimento, e' stata bollata come demoniaca dalla cristianita'. Non essendo stato possibile sovrapporla ad una importante celebrazione cattolica, come e' successo per Samhain o Calenda il 31 ottobre, nel tentativo di scalzare la religione pagana, ed essendo riconosciuta importante da tutte le culture e tradizioni, allora e' stata stravolta, diventando sinonimo di depravazione, malvagita', ritualita' malefiche e compagnia bella... 
Il Ballo del palo di Maggio
Provate a immaginarvi un raccolto di mele, senza che il fiore abbia potuto trasformarsi in frutto... E il significato della festa e' proprio questo, l'unione della natura maschile e femminile, al fine del concepimento e del perpetuarsi della vita, di ciclo in ciclo.
I rituali popolari del Maggio propiziavano la riconciliazione con il pieno rifiorire della natura, con la vitalità e la passione umana, ma erano necessari innanzitutto per favorire l'abbondanza delle messi, la rigenerazione naturale e la fertilità del terreno. Per la strega questo è anche il momento in cui è giusto abbandonare le difficoltà affrontate nella fase oscura, per riuscire a purificarsi completamente ed aprirsi alla vita.
Mentre Calenda segna l'inizio dell'inverno e della metà oscura dell'Anno, Calendimaggio rappresenta il momento di transizione dalla prima alla seconda metà dell'Anno, quella luminosa. La parola stessa Beltane, tradotta dal gaelico, significa "i fuochi di Bel" questa festa era infatti celebrata in onore del Dio Bel ( Beil o Belenos) il grande Dio della Luce e simboleggiava la vittoria della luce sulle tenebre.
Biancospino
Calendimaggio, come Calenda, è un momento particolare, in cui il nostro mondo e gli altri mondi si incrociano, donandoci la possibilità di entrare in contatto con spiriti e Fate. Pianta sacra di questa festa è infatti il Biancospino, strettamente connesso al mondo delle Fate che, secondo la leggenda, abiterebbero nella pianta stessa. Il Biancospino è l'albero della speranza, del piacere e della protezione; il tabù che proibiva di tagliarne i rami e di portarli in casa era annullato tradizionalmente alla vigilia di maggio.
I falò rituali venivano accesi a coppie rappresentando la congiunzione maschile e femminile e propiziando la fertilità, la "coniunctio". Emblema di questi incroci fra i mondi e dell' unione fra maschile e femminile, è la croce decussata, cioè la X, due triangoli aperti, uno sopra l'altro, simboleggianti lo scambio e l'apertura tra le dimensioni che avviene in questo sabba. Ma la X rappresenta anche la moltiplicazione e quindi la fertilità, i semi piantati a calenda sono diventati alberi bellissimi che adesso si ricoprono di frutti. Usanza diffusissima era quella di portare nelle piazza del villaggio un grande albero (di chiara simbologia fallica) e di adornarlo con i frutti della terra.
L'appendere frutti e vivande era un gesto di ringraziamento alla divinità, ma era anche basato sul concetto di magia simpatica, a cui teneva molto il contadino, per il quale il simile produce il simile. Queste tradizioni derivavano con ogni probabilità dall'area nordico-celtica dove il culto arboreo era molto diffuso, ma le ritroviamo anche nelle tradizioni romane dei floralia quando nei calendi di maggio, dopo aver ballato e cantato, si propiziava l'abbondanza con rituali a sfondo orgiastico.
I Falò di Beltane
L'albero dell'anno precedente veniva bruciato danzando e "facendo il giro tre volte verso sud"; i campi venivano cosparsi di queste ceneri che avevano valore esorcizzante e fertilizzante. L'uso di accendere i falò, saltarli o condurre il bestiame tra le fiamme era comune in tutta Europa, come le gare di corsa con le torce accese nei campi e nei pascoli. Il fuoco quindi sia sottoforma di falò che di torcia o di cenere è un mezzo che assicura la prosperità agli uomini, ai campi e agli animali, propiziando la crescita e la fertilità ma anche allontanando pericoli e calamità. Anche oggi la preghiera è così viva: la regina di maggio, adornata di corone di biancospino, e il panico signore dei boschi saltano sul fuoco benedicendo con amore e spirito creativo. E anche oggi a Calendimaggio i fuochi scaldano la pelle delle streghe, i cuori di seta si riempiono di luci, si danza senza posa e negli occhi ride l'arte di amare.

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