Le storie, i mestieri, i prodotti ed il folclore del passato recoarese rivivono in una fantasmagorica girandola di scorci e di dettagli recuperati dai secoli. Un gioioso momento di riscoperta del passato, unico nel suo genere per originalità e suggestione.
E' la circostanza più rinomata, dopo le acque minerali e il termalismo, che identifica la Conca Recoarese, detta di Smeraldo, anche per il suo fortissimo legame con la tradizione custodita e mantenuta viva da ciascuna delle oltre cento contrade che circondano Recoaro Terme.
La consuetudine riserva a questa manifestazione l'ultima domenica di febbraio, com'è sempre avvenuto, anche in tempi che si perdono nel passato.
Pentole, piatti e campanacci sono i protagonisti della Chiamata di Marzo.
L'ultima domenica di febbraio, i montanari della valle dell'Agno erano soliti scendere dai loro borghi per dirigersi a valle e, per “svegliare la primavera” ancora addormentata, sbattere strumenti di fortuna per fare più rumore possibile.
Una volta raggiunto il paese di Recoaro Terme, dal quale per ghiaccio e neve la gente dei borghi di montagna era rimasta isolata per mesi, si organizzava una sfilata di carri con prodotti della montagna offerti alla popolazione: salsicce, polenta, gnocchi al formaggio e dell'ottimo vino.
La tradizione continua e con “campanesi, cioche, sece, bandoti, snatare e corni” la sfilata si svolge tuttora per rivivere un momento importante della tradizione locale. Oltre sessanta carri e 1200 figuranti riproducono scene della vita contadina della Conca Smeraldo, facendo rivivere il folclore e le antiche tradizioni della Valle dell'Agno. L'evento ha un grande successo di pubblico e richiama una bagno di folla festante attorno alla bellezza dell'antica civiltà rurale recoarese.
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