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martedì 12 marzo 2013




Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America




Miti e Leggende
Nascita della Conoscenza

Il Serpente della Conoscenza (parte 1)
(Diegueño)

La rappresentazione mitica del serpente come datore di conoscenza è diffusa in numerose culture. La ritroviamo fra i Diegueño della California nel mito seguente, che spiega la nascita del mondo e l'origine della cultura, cioè delle arti e del sapere.


In principio non c'era né cielo né terra; nulla tranne l'acqua, un'enorme distesa di acqua salata che ricopriva tutto come un immenso mare. Poi, all'improvviso, dall'acqua si sollevò una bruma sottile e da quella leggera foschia nacque il cielo.
Non c'erano ancora le stelle né la luna né il sole, ma tutto era avvolto nelle tenebre. Sotto l'acqua, nel profondo degli abissi, vivevano due fratelli; il maggiore era Chakomat, il Creatore. Entrambi tenevano gli occhi chiusi altrimenti il sale li avrebbe resi ciechi.
Ad un tratto il mare incominciò ad agitarsi, le onde si ingrossarono e le acque fluttuarono in vorticosi gorghi, finchè si udì un fragoroso boato e, tra spruzzi di schiuma, emerse Chakomat, il fratello più anziano. Fendendo le acque egli raggiunse la superficie e si guardò intorno, ma non vide altro che una sconfinata distesa d'acqua.
Di lì a poco anche il fratello più giovane emerse, ma, nel risalire l'abisso, aprì gli occhi così che quando arrivò in superficie non vide nulla: l'acqua salata lo aveva reso cieco.
In preda ad una rabbia furibonda si rituffò fin nelle remote profondità marine e dagli abissi inviò un grande vortice: il Gorgo apportatore di ogni male. Subito Chakomat saltò su quel gorgo maligno e lo uccise. Solo una piccola parte si salvò e da lì hanno avuto origine tutte le malattie che ancora oggi tormentano l'umanità. Poi Chakomat immerse la sua mano nell'acqua e provocò una terribile tempesta; il mare si agitò ribollendo e spumeggiando e, quando i flutti si calmarono, le acque si ritirarono lasciando al loro posto la terra.
Allora il Creatore raccolse tre specie di argilla, gialla, rossa e nera, e modellò un oggetto rotondo e piatto: lo scagliò in alto verso Occidente, ma il disco ricadde sulla terra. Lo lanciò allora verso Sud, ma ancora cadde al suolo; provò a Nord, ma di nuovo scivolò per terra ai suoi piedi. Allora lo lanciò in alto a Oriente e finalmente rimase attaccato al cielo. In tal modo Chakomat creò il sole, la luna e le stelle. Gli sembrò però che il sole emanasse troppo calore. Allora lo sollevò in alto, finchè non trovò la giusta posizione. Poi, con l'argilla rimanente, Chakomat creò l'umanità; plasmò l'argilla e modellò gli uomini dando loro forme perfette.


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