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martedì 12 marzo 2013

L'ottava zolla

Wollemia nobilis
Il fossile vivente
Quella che si pensava una conifera ormai estinta, è stata individuata, nel lontano 1994, da una guardia forestale, certo David Noble, nelle cavità di un canyon all’interno del Wollemi National Park in Australia.
La scoperta degli esemplari sopravvissuti al tempo, ha destato molto interesse negli studiosi di scienze botaniche, infatti fino al 1994 lo studio di questa specie era possibile solo attraverso le tracce fossili delle foglie, risalenti a circa novanta milioni di anni fa, rinvenute per lo più in Nuova Zelanda, Antartide e Australia.
È una delle più rare specie botaniche e la sua presenza in natura è stimata in poco meno di cento esemplari.
Si tratta di una conifera preistorica, forse la specie botanica più antica di tutti i tempi. Sebbene venga chiamata pino di Wollemi, ha poco a che vedere con la specie del pino. Semmai, studi comparativi l’hanno associata alle specie di fossili di Araucariaceae.
Il tronco può raggiungere anche i 35-40 metri di altezza, con enormi aghi scuri, palmati e sovradimensionati e una spessa corteccia ricca di getti. Al contrario delle conifere nostrane questa specie è in grado di emettere polloni sia in vegetazione che dopo il taglio. La struttura di questa specie è strana ed inconfondibile perché i rami laterali non sono mai biforcati e terminano con un cono. Quando il cono matura il ramo muore. I nuovi rami sono generalmente prodotti a partire dal tronco principale. Gli aghi, sempreverdi, sono piatti, lunghi fino ad 8 cm e larghi fino a 5 mm. I coni femminili sono verdi, lunghi fino a 15 cm; maturano in circa 2 anni e liberano i semi disintegrandosi. I coni maschili sono più piccoli, lunghi fino a 11 cm.
Attualmente lo studio sulla Wollemia nobilis ha portato all’individuazione di circa cento esemplari nella gola del canyon del parco australiano. Per motivi di sicurezza, l’area è sottoposta a controllato isolamento e nessuno, nemmeno i ricercatori, conoscono l’esatta ubicazione degli esemplari. Sembra infatti che, al momento di recarsi sul posto per le ricerche, vengano portati con un elicottero e sbendati solo sul posto.
L'approccio commerciale ed economico, preso di comune accordo e su iniziativa delle autorità scientifiche australiane, ha lo scopo di finanziare autonomamente il mantenimento delle condizioni di protezione attiva delle piante nel loro ambiente naturale, oltre che naturalmente proteggere l'ambiente stesso. Infatti il sito originario, (la cui ubicazione non è stata particolarmente pubblicizzata, essendo solo di puro interesse scientifico), è stato reso del tutto inaccessibile al turismo, ed è attivamente sorvegliato.
Dalla scoperta ad oggi, sono stati fatti numerosi tentativi per far sviluppare maggiormente questa pianta ed avere più esemplari, scongiurandone l’estinzione.
Il Wollemi National Park ha messo in atto tutta una serie di programmi per proteggere la zona dai danni causati dalle calamità naturali e dagli incendi. E’ stata inoltre avviata la moltiplicazione di nuovi esemplari in località diverse da quella del ritrovamento, sempre per garantire il proseguimento della specie.

La Wollemia nobilis è apparsa per la prima volta in Italia alla rassegna Euroflora, tenutasi a Genova nel 2006





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