Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America

La Storia

L'America tra il 1492 e il 1600 (parte 1)

I contatti tra norvegesi e Inuit, avvenuti in Groenlandia e a Terranova tra l'XI e il XIV secolo, furono un esempio delle numerose e intermittenti interazioni tra nativi ed europei prima del 1492.

Una rappresentazione dello sbarco di Cristoforo Colombo
e dei suoi uomini nei Caraibi nel 1492.

Alcuni indiani, probabilmente Inuit, intrapresero dei viaggi esplorativi verso est, nel corso dei quali due imbarcazioni naufragarono sulle coste dei Paesi Bassi intorno al 60 a.C.

È possibile, inoltre, che naviganti giapponesi abbiano raggiunto la costa dell'Ecuador intorno al 5000 a.C.

Alcuni studiosi hanno individuato delle affinità culturali tra i cinesi e gli indiani dell'America centrale a partire dal 1000 a.C. Altri ritengono che alcuni abitanti dell'Africa settentrionale e occidentale abbiano raggiunto le coste atlantiche dell'America centrale tra il 1000 a.C. e il 300 d.C., ed è possibile che abbiano viaggiato verso Haiti, Panama e Brasile tra il 1300 e il 1450.

Secondo una leggenda europea, St. Brendan, prete e navigatore irlandese, raggiunse il Nord America nel 600 d.C. È probabile che tra il 1375 e il 1491 pescatori baschi provenienti dalla Spagna del Nord abbiano toccato le coste del Nord America mentre pescavano nelle ricche acque di Cape Cod. Lo stesso sembra essere accaduto ad alcuni pescatori di Bristol tra il 1481 e il 1491. 

Qualunque contatto vi fosse stato precedentemente, tuttavia, fu l'arrivo di Cristoforo Colombo nei Caraibi nel 1492, e i tre viaggi successivi, a cambiare in modo permanente la vita dell'Atlantico. Dopo spagnoli e portoghesi, approdarono nelle Americhe anche inglesi, olandesi, francesi, svedesi, finlandesi, tedeschi, scozzesi, irlandesi e russi, con l'intento di stabilirvi delle colonie. In un modo o nell'altro, però, tutti dipendevano dai nativi sia per il sostentamento, lo sviluppo economico e le intraprese belliche, sia per contrarre matrimonio.