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venerdì 14 dicembre 2012



Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America






La Spiritualità degli Indiani d'America

LA VISIONE DI ALCE NERO (PARTE 3)


Poi Alce Nero potè osservare il suo popolo per un lungo periodo di tempo, a cominciare dal momento in cui la sua gente aveva iniziato a camminare in modo sacro, seguendo il giusto sentiero rosso, accampandosi fino a formare un cerchio sacro. Al centro del cerchio dell'accampamento si ergeva un albero sacro. La gente cantava: "Avete visto, una buona nazione cammina in maniera sacra su una buona terra". Ma col passar del tempo quella stessa gente si separò in molti piccoli gruppi, con diversi nomi, e ognuno dei gruppi seguiva un sentiero diverso, mentre tutt'intorno non c'era nient'altro che lotte e guerre. L'albero sacro appassì. Alce Nero vide il viso afflitto di persone malate, che morivano di fame.
Tra il popolo apparve un uomo rosso. Si trasformò in un bisonte, a indicare un periodo di abbondanza. Da un'erba sacra spuntarono quattro fiori, quattro boccioli su un singolo stelo. L'erba a quattro raggi, rosso, giallo, nero e bianco, si trasformò nell'albero fiorente. Alce Nero udì un canto: "Una buona nazione farò vivere. Questo ha detto la nazione di sopra. Mi hanno dato il potere di rinnovare".
Poi Alce Nero si accorse che il cerchio sacro della sua gente non era che uno dei molti cerchi, che si univano tutti insieme fino a formare un cerchio più grande, il cerchio che raccoglieva tutte le nazioni. Nel centro del grande cerchio si ergeva un possente, protettivo albero fiorente, e ai suoi piedi si raccoglievano i bambini di tutte le nazioni.
Al termine della visione di Alce Nero, i due spiriti gli diedero l'erba della comprensione della stella del mattino. Egli lasciò cadere quell'erba sul mondo sottostante, l'erba subito fiorì, diffondendo nel mondo intero il suo potere. Gli promisero che, al momento opportuno, la sua gente sarebbe stata libera e avrebbe contribuito a diffondere  quell'energia di pace e di comprensione.
Alce Nero visse a lungo, divenne molto vecchio. Durante la sua esistenza potè assistere alla decadenza dello spirito libero dei guerrieri mistici delle praterie, che divenne un'aquila incatenata allo zoo dell'uomo bianco, il washicu. Alce Nero e la sua gente presero la via della cattività, rinchiusi nelle cupe riserve indiane. I vecchi guerrieri attendevano in luoghi isolati, tra povertà e disperazione, che la promessa di quella visione si avverasse.
Prima di morire, il vecchio Alce Nero salì sull'Harney Peak (la montagna dell'Essere di Tuono), nelle Black Hills (Colline Nere, luogo sacro per i Sioux) per lamentarsi ad alta voce al cospetto di Wakan Tanka, il Grande Spirito detentore di tutti i poteri. Pensava che la sua visione, che gli era sembrata così potente, fosse un fallimento, perchè non c'era nessun albero della Danza del Sole, nessun nuovo germoglio: l'erba della saggezza non aveva prodotto alcun fiore. Implorò, piangendo colmo di dolore, per un ultimo germoglio, per lo spuntare di una nuova foglia, perchè la brace ardesse ancora, a significare che lo spirito indiano, in qualche modo, sarebbe tornato.


(fine terza parte)

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