NATALE NEL MONDO
PARTE 6
AFRICA
In molti Paesi africani, la coesistenza di culture religiose diverse ha dato vita ad interessanti incontri. Ad esempio, in Nigeria, si celebrano le principali feste delle religioni presenti in misura maggiore. Così, per Natale, le famiglie si riuniscono attorno agli anziani e tutti i conoscenti, senza far distinzioni tra i culti, sono invitati a partecipare alla cena della vigilia. In quella sera, vige infatti l'abitudine di lasciare aperto l'uscio di casa per far sì che chiunque si senta il benvenuto. La tradizione vuole che ci si scambi regali, spesso consistenti in cibi sia crudi che cotti. Ogni famiglia riceve ed offre molto più cibo di quanto in realtà se ne consumi, e questa abbondanza è considerata di buon augurio. Oltre ai doni alimentari, corre l'uso di donar vestiti, specie se i destinatari sono dei bambini. Nei giorni che precedono il Natale sono le ragazze che vanno di casa in casa, ballando e cantando accompagnate da tamburi. Usano annunciarsi con un biglietto in cui specificano il giorno in cui si esibiranno. Le danze proposte variano in base all'appartenenza etnica dei vari gruppi, come pure i canti, sempre composti nelle lingue locali. Dal 25 in avanti, invece, è la volta degli uomini di esibirsi lungo le strade. Con i volti coperti da grosse maschere di legno, raffigurano vari personaggi legati al costume locale. Si dividono in due gruppi: maschere danzanti, dall'aspetto umano, e maschere dall'aspetto più inquietante, temute da tutti e soprattutto dai bambini. Le stesse maschere possono comparire anche in altri periodi dell' anno, sempre però legate a particolari eventi, come in occasione di funerali o altri momenti critici. Le maschere, in tutte le culture, sono oggetti che racchiudono in sé una grande potenza; in esse nulla è casuale. Già nell'atto di fabbricazione si esegue un preciso rituale, tramandato di generazione in generazione da artigiani specializzati ognuno nella costruzione di un particolare tipo. In passato, la tradizione prescriveva che soltanto chi avesse scolpito la maschera potesse indossarla. Quest'idea, comune anche nel folklore europeo, era dovuta alla convinzione che il legno inciso avesse il potere di captare il fluido che lega l'uomo al mondo vegetale e al ciclo cosmico e che l'incisore, proprio per il suo lungo contatto con la materia, fosse in grado di avere un dialogo privilegiato con le potenze evocate. Mentre il presepe è una tradizione importata solo di recente, l'albero è presente nelle celebrazioni natalizie africane già dai primi tempi delle missioni. Inutile però pensare al classico abete europeo... La decorazione più frequente, in casa come in chiesa, consiste in un intreccio di rami di palma, spesso disposti a formare un arco, su cui vengono applicati dei grandi fiori bianchi che sbocciano sotto Natale. I fiori, bellissimi, non vengono coltivati; sono generalmente i bambini che, al mattino della vigilia, tra non poche difficoltà (si tratta di piante rampicanti dalle spine lunghe diversi centimetri), escono per raccoglierli.Chi invece desidera avere delle decorazioni più durature, che abbelliscano la casa almeno fino a Capodanno, opta per uno dei tanti alberi artificiali presenti sul mercato nelle più diverse fogge, oppure arricchisce con nastri colorati e luci un piccolo banano. La sera della Vigilia si segue una grandiosa fiaccolata che ha luogo dopo la messa di mezzanotte e che è caratterizzata dai canti religiosi cristiani, quasi sempre in inglese. La notte trascorre in compagnia fino al mattino, quando si comincia ad allestire un pranzo abbondantissimo: più famiglie si riuniscono per ammazzare un animale (un agnello, una capra, una pecora o almeno un pollo). I due ingredienti che non possono mancare al pasto principale del giorno di Natale sono la carne (cucinata in umido) ed il riso bianco; ad essi si accompagnano altri cibi che appartengono alle tradizioni familiari e non sono specifici delle feste di fine anno.
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