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martedì 14 gennaio 2014

Le fronde raccontano
miti e leggende


Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo.
Kahlil Gibran.
Quinta parte


PIOPPO
Fu sempre considerato un albero funerario sacro alla Madre Terra consultata a Egira, in Acaia dove le sue sacerdotesse bevevano sangue di toro, veleno letale per tutti gli altri mortali.
MITO
É legato al mito di Fetonte, figlio del Sole e dell'oceanina Climene che chiese al dio Sole, suo padre,di guidare il carro solare dall'alba al tramonto. Il giovane in preda al panico scese troppo in basso col
rischio di incenerire la terra; poi salì troppo in alto suscitando le 
proteste degli astri che si rivolsero a Giove perché rimettesse un po' d'ordine. Il Sole, per evitare la tragedia, fu costretto a colpire Fetonte facendolo precipitare nel fiume Eridano. Le sorelle, le Eliadi, ne raccolsero il corpo e gli resero gli onori funebri.Tanto disperato fu il loro pianto che vennero trasformate in pioppi da cui colano lacrime che s'induriscono al sole formando l'ambra.Servio, ricorda che il pioppo bianco è sacro a Eracle, il quale,uscendo dagli inferi alla fine della dodicesima fatica, intrecciò una corona con le fronde del pioppo piantato da Ade presso la fonte Mnemosine. A contatto con l'aria la parte superiore delle foglie restò nera, colore dell’Oltretomba,mentre la parte che aderiva alla fronte di Eracle a contatto con il sudore della sua fronte si schiarì.

PLATANO
Era l'albero sacro della Lidia,così venerato che Pizio, nipote di Creso, ne donò una riproduzione in oro a Dario, re di Persia.
L’ombra creata dai suoi rami era particolarmente apprezzata data
la loro estensione che ricordano la forma di una mano.Ad Atene filosofi, scrittori e artisti amavano conversare sotto i platani della

passeggiata dell'Accademia. Altri esemplari sono celebri:quello sulla riva dell'Illisso, sotto il quale Fedro nell'omonimo
dialogo platonico conduce Socrate per discutere di uno scritto di
Lisia; quella della Licia che ospitò 17 commensali al suo interno
e ancora quello che cresceva nella campagna di Velletri,che ospitò un banchetto voluto dall’imperatore Caligola.I Romani, come i Greci,sostenevano che questi alberi tenevano lontani i pipistrelli,considerati uccelli di malaugurio.
PROPRIETA’
Era usato come antidoto contro il veleno dei serpenti e degli
scorpioni.

QUERCIA
Era sacra a Zeus simbolo di durata nel tempo, di vita lunga,prosperità. La quercia é un albero imponente che i romani chiamavano robur a significare la sua forza. La pianta produceva anche le ghiande considerate il primo alimento degli uomini.Gli antichi romani la consideravano sacra, inserendola in un elenco di piante “che recano buoni auspici”. Alla quercia sacra venerata presso il tempio di Zeus a Dodona nell’Epiro era collegato un oracolo tratto
dall’interpretazione dello stormire delle foglie.
MITO
Secondo alcune leggende un ramo di quercia piantato vicino ad una fonte dell'Arcadia serviva ad evitare i periodi di siccità.Ospitava due tipi di ninfe: le driadi che si potevano allontanare da essa e le Amadriadi congiunte all’albero: quando la quercia era in pericolo le Amadriadi si lamentavano.



SORBO
Simboleggia la rinascita della luce dopo le tenebre del solstizio.Nell'antichità, dopo aver fatto fermentare i frutti con il grano, se ne ricavava una bevanda simile al sidro, prodotta ancora oggi nell'Europa centrale.
(a cura di Beatrice Orsini. Per
approfondire: A. Cattabiani,
Florario: miti, leggende e simboli di
fiori e piante, Milano, Mondadori,
ed.1998)

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