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venerdì 10 gennaio 2014


Le fronde raccontano
miti e leggende


Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo.
Kahlil Gibran.

Prima parte.

ABETE
Albero legato al solstizio. Nel Medioevo nei paesi scandinavi durante le feste solstiziali ci si recava nel bosco per tagliare un abete che, portato a casa veniva decorato con ghirlande, uova dipinte e dolciumi. L’uso di
decorare l’abete è giunto fino a noi ed è caratteristico del periodo
Natalizio.




ACERO
In autunno presenta foglie rosse,colore che per gli antichi aveva un carattere funesto. Per questo era sacro a Fobos, dio della paura evocato prima delle battaglie.
PROPRIETA
Ha proprietà rinfrescanti e lenitive per gli eritemi della pelle.


ALLORO
Pianta sacra ad Apollo,simboleggiava la sapienza e la gloria.
MITO
Apollo, dopo aver ucciso il serpente Pitone, se ne vantò con Cupido, dio dell’amore, facendolo indignare; per questo il dio dell’amore scagliò contro di lui una freccia d’oro che faceva innamorare,mentre alla ninfa Dafne una freccia di piombo che faceva rifuggire l’amore. Questa iniziò a fuggire da Apollo finché stremata dalla corsa invocò l’aiuto del padre, il dio-fiume Peneo che, sentendo le grida la salvò trasformandola in alloro“un invincibile torpore invase il suo corpo: la pelle splendente si mutava in scorza sottile, le chiome in fronde, le braccia in rami, i piedi in pigre radici e il volto nella cima di un lauro. “Se non puoi essermi sposa sarai almeno la mia pianta. O Dafne [lauro in greco],di te si orneranno per sempre i miei capelli, il turcasso e la cetra.E come il mio giovane capo biondeggia eternamente, così tu ti fregerai per sempre di verdissime foglie.” Mentre parlava, la chioma dell'albero ondeggiando dolcemente sembrò cedere infine all'amore del dio. “(Ovidio,Metamorfosi, XV, I, 452-567).Il culto di Dafne era praticato nella valle di Tempe dove scorre
il fiume Peneo; qui la ninfa era venerata da un collegio di Menadi che usavano masticare le foglie di lauro.

FESTE
Ogni nove anni si celebravano le Dafneforie in ricordo del viaggio compiuto a Tempe su ordine di Zeus da Apollo per prendere un ramo di alloro. Un corteo di giovanetti da Delfi ne ripercorreva il viaggio. Il più bello fra questi indossava una corona di alloro.Quest’ultima costituiva anche il dono offerto ai vincitori dei giochi Pitici che si svolgevano a Delfi ogni otto anni.Si credeva che fosse una pianta profetica infatti la Pizia a Delfi
ne masticava le foglie prima di pronunciare oracoli. Secondo quanto riporta Tibullo (Carmina,II, 5,81-84) si usava bruciare le foglie di alloro per avere auspici sul futuro raccolto, usanza rimasta nelle campagne emiliane.A Roma il generale che rientrava vittorioso era preceduto da messaggeri che deponevano
ramoscelli d’alloro in Campidoglio sulle ginocchia della statua di Giove, per poi entrare su un carro trainato da cavalli ornati con la stessa pianta.

BETULLA
Aveva un carattere bene augurante e purificatorio.Nell'antica Roma, durante la cerimonia d'insediamento dei consoli, i dodici littori reggevano fasci, emblemi del potere dei magistrati romani, che erano formati da verghe di questa
pianta.
PROPRIETA’
Possiede proprietà diuretiche,depurative e antinfiammatorie.
La sua corteccia era usata per fabbricare carta, sandali
intrecciati o piroghe e infine come
copertura per le capanne. I Celti utilizzavano le verghe di questa pianta per scacciare lo spirito del vecchio anno.
CASTAGNO
Pianta originaria dell’Iran sacra a Zeus. I suoi frutti erano infatti denominati “ghiande di Zeus”.
PROPRIETA’
Le castagne hanno un alto valore nutritivo, conosciuto fin dall'antichità. Plinio scriveva:“Esse sono protette da una cupola irta di spine, ed è veramente strano che siano di così scarso valore dei frutti che la natura ha con tanto zelo occultato. Sono più buone da mangiare se tostate; vengono anche macinate e costituiscono una sorta di surrogato del pane durante il digiuno delle donne.” (Plinio,Storia Naturale, XV, 92) In realtà erano molto apprezzate in epoca romana tanto che esisteva una ricetta (Apicio, L’arte culinaria, V,2) che consigliava di cucinarle alla maniera delle lenticchie.
(a cura di Beatrice Orsini. Per
approfondire: A. Cattabiani,
Florario: miti, leggende e simboli di
fiori e piante, Milano, Mondadori,
ed.1998)

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