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lunedì 22 ottobre 2012



Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America






La Storia
L'America prima del 1492 (parte 2)

La popolazione
Un dibattito che vede coinvolti studiosi, Nativi americani e il pubblico in generale riguarda il numero di Indiani che vivevano nelle Americhe all'arrivo dei primi europei. Anche se non sapremo mai con esattezza a quanto ammontava la popolazione in ogni dato periodo, le stime più attendibili parlano di un numero compreso tra 8 e 12 milioni di popolazione del Nord America (escluso il Messico), mentre altre arrivano fino a 18 milioni. In Messico e nell'America centrale potrebbero aver vissuto  fino a 20 milioni di persone e diversi altri milioni vivevano in Sud America e nei Caraibi. Nonostante le stime siano molto varie, non c'è dubbio che il Nord America contasse diversi milioni di abitanti quando gli europei intrapresero la conquista del continente. I numeri sono importanti, dal momento che sono stati rivisti e corretti negli ultimi decenni rispetto alla cifra, accettata all'inizio del XX secolo, che avrebbe individuato un milione scarso di abitanti nel Nord America. L'America non può più essere rappresentata come una vasta distesa deserta in attesa di essere occupata da risoluti colonizzatori europei, o come una terra abitata solo da pochi "nomadi selvaggi" incapaci di dar vita a comunità durature. Questa era l'idea diffusa dal tempo in cui gli europei giunsero nelle Americhe fino al XIX secolo, insieme al principio del "destino manifesto" che giustificava il processo di espropriazione delle terre dei nativi. Lo sradicamento di milioni di persone ad opera di un altro popolo necessita di spiegazioni più plausibili delle bugie europee e americane su continenti vuoti e tribù selvagge.

Le origini
Da dove e quando siano arrivati nel continente gli antenati dei Nativi americani è una questione altrettanto controversa. C'è la prova di un loro stanziamento a Monte Verde, nel Sud del Cile, risalente a più di 12000 anni fa, ma molti altri siti archeologici farebbero risalire la datazione dei primi insediamenti addirittura a 40000 anni fa. A questo si aggiungono le teorie su come gli Indiani arrivarono nel continente. Secondo la teoria scientifica più comunemente accettata, popoli provenienti dal Nord-est asiatico attraversarono a piedi il Ponte di Terra di Bering, rimasto emerso a più riprese durante l'era glaciale tra il 75000 e l'8000 a.C. Per generazioni, questi gruppi si spostarono a sud e a est, seguendo i branchi di animali da caccia, fino a occupare tutto il continente.
Seconda una teoria alternativa, supportata da recenti scoperte archeologiche, quei gruppi sarebbero scesi a bordo di piccole imbarcazioni lungo la costa americana del Pacifico, approdando in vari punti per inoltrarsi poi nell'entroterra dell'America centrale e meridionale. 
Che si sia trattato di una migrazione via mare o via terra, molti gruppi di Indiani sostengono di provenire proprio dal continente americano. Per gli Irochesi tutto avrebbe avuto inizio con la caduta dal cielo dei loro antenati; secondo i Pueblo, i Mandan, i Navajo e i Choctaw, i loro progenitori sarebbero emersi dalle viscere della terra; quelli dei Kiowa sarebbero usciti da un tronco d'albero. Secondo le tradizioni dei Nativi, le origini andrebbero individuate nelle Americhe piuttosto che in un continente lontano. I sostenitori della teoria del Ponte di Terra di Bering ritengono che quei racconti siano solo bizzarre leggende o che le migrazioni siano talmente risalenti nel tempo che gli Indiani contemporanei non possono ricordarle. tuttavia, i Nativi difendono con fierezza le loro origini americane.

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