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mercoledì 24 ottobre 2012

Streghe venete - La strega delle farfalle

C'era un piccolo paese circondato da campi e fattorie e allevamenti, un piccolo paese che nacque lungo le rive di un fiume lento e pacifico, un paese sconosciuto ai più che trascorreva i suoi giorni tranquillo e anonimo senza mai balzare agli onori della cronaca. Tutt'ora nessuno conosce i fatti narrati in questa storia perchè nulla fu fatto di eclatante, nessuno passerà alla storia, ma forse qualcuno alla luce di un fuoco invernale vorrà raccontare della strega delle farfalle.
Era una donna solitaria, viveva circondata dell'affetto dei suoi animali domestici e adorava il suo giardino. Non vi cresceva mandragora nè altra sorta di erbe magiche, solo qualche frutto, qualche ortaggio e tanti fiori.
Lei chiamava le farfalle . . . arrivavano a decine e coloravano il cielo, andando di fiore in fiore per rendere sempre più bello il suo piccolo rifugio. Non faceva altro, non sapeva neanche se avesse in dono di fare qualcosa di diverso, chiamava le farfalle e basta . . . e le farfalle le rispondevano, e talvolta giungevano senza preavviso.
Questa strega aveva un cucciolo, un piccolo cane, era molto malato e lei sapeva che non gli sarebbe rimasto molto da vivere. Un giorno vide in giardino due farfalline marroni e, nel momento esatto in cui le scorse, le vide allontanarsi insieme. Allora seppe che doveva portare il cane dal dottore degli animali e lo lasciò da lui affinchè cercasse di curarlo.
Il giorno seguente lei camminava avanti e indietro nel suo giardino fiorito, ansiosa, con un enorme peso nel cuore, quando una farfallina marrone, marrone come il suo cane, come le due farfalle viste il giorno prima, si presentò davanti a lei, le svolazzò brevemente davanti al naso per poi andarsene via.
Allora lei capì, doveva andare dal dottore degli animali a rendere l'estremo saluto al suo cane, sarebbe andata e tornata sola.
Dopo quel giorno la tristezza l'accompagnò e non chiamò più le farfalle, il suo giardino rimase verde e fiorito grazie alle api e ai bombi ma mai più si vide l'arcobaleno di colori che lo distingueva nel passato.
Dopo quel giorno una farfalla bianca spesso le fece visita, volandole davanti agli occhi, dandole un saluto e un cenno di conforto perchè il suo piccolo cane sarebbe rimasto con lei a proteggerla e vegliare sul suo futuro.
Passarono gli anni ma lei non chiamò più le farfalle, giunse al punto di dubitare di essere ancora in grado di farlo.
Ogni tanto però sentiva la gente dire qualcosa . . . un passante che esclamava "Ma cosa ci fa una farfalla in giro a gennaio?"

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