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giovedì 15 marzo 2012

Il drago italiano: viverna

Come mio primo capitolo, ovviamente parlando di draghi, mi sembra doveroso parlare del drago italiano :)

La viverna è una bestia europea, la sua storia non è molto conosciuta, spesse volte è stata confusa con i draghi a quattro zampe.
È presente nel medioevo, come testimoniano le sue raffigurazioni sugli stemmi araldici, ma le sue tracce storiche risalgono al periodo dell’Impero Romano, come dimostra il bassorilievo di Bominaco
La viverna è una creatura che raggiungeva i 10 metri di lunghezza, era munita di ali somiglianti a quelle di un pipistrello, di colore marrone con sfumature verdi e grigie e di un pungiglione identico a quello di uno scorpione velenoso, sulla punta della coda.
La viverna è simile al drago, ma si differenzia da esso per il fatto di non possedere zampe anteriori. Infatti possiede enormi fauci e occhi di color rosso fuoco.
La sua apertura alare, che può superare i 15 metri di ampiezza e gli permette di effettuare grandi trasvolate, di scendere in picchiata per catturare le sue prede afferrandole per le zampe e facendole morire con il pungiglione posto sulla coda.
La viverna non poteva lanciare fuoco dalle fauci, ma era abilissima negli incantesimi, nelle arti magiche, per questo motivo metteva molta più paura del drago.
Le viverne tradizionalmente hanno intelligenza e comportamento simili a quelli dei gatti: durante il medioevo erano considerati il tipo di drago più utile per la stregoneria, per la loro affinità con gli incantamenti.
Uno degli esempi più noti di viverna artistica è il dipinto di Paolo Uccello, San Giorgio e il drago, dove già il nome sottolinea la confusione che si fa tra drago e viverna.


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