Le Janas o le
Fate delle rocce, sono descritte come una specie di piccolissime fate che
vivevano in buchi scavati nelle rocce (le cosiddette domus de janas). Uscivano
solo di notte, affinché i raggi del sole non rovinassero la loro candida pelle.
Quando, nelle notti senza luna, si spostavano per andare a pregare presso i
templi nuragici, erano costrette a percorrere sentieri ripidi e ricoperti di rovi.
Per evitare le spine, le Janas diventavano luminose: questo chiarore segnalava
la loro presenza.
Erano specializzate in ogni tipo di lavoro domestico: tessevano splendide
stoffe e preparavano un pane più leggero dell'ostia.
Secondo la leggenda, possedevano telai d'oro, setacci per la farina fatti d'argento. Ma non solo: esse custodivano un immenso tesoro, fatto di oro, perle, diamanti. A difesa di queste ricchezze erano poste le cosiddette muscas maceddas, orribili creature con testa di pecora, un occhio solo al centro della fronte, denti aguzzi, ali corte e, sulla coda, un pungiglione velenoso.
Secondo la leggenda, possedevano telai d'oro, setacci per la farina fatti d'argento. Ma non solo: esse custodivano un immenso tesoro, fatto di oro, perle, diamanti. A difesa di queste ricchezze erano poste le cosiddette muscas maceddas, orribili creature con testa di pecora, un occhio solo al centro della fronte, denti aguzzi, ali corte e, sulla coda, un pungiglione velenoso.
Le muscas si trovavano nascoste dentro una cassa, mischiata a tante altre
contenenti il tesoro. Poiché nessuno osava rischiare di aprire la cassa
sbagliata, liberando così i terribili insetti, il tesoro da sempre era e
rimaneva di proprietà delle Janas.
Le Janas accompagnavano il loro lavoro con un bellissimo canto: la melodia si
spandeva nell'aria e nelle notti silenziose dava conforto ai viandanti
solitari.
Le tombe preistoriche, scavate nella roccia 5-6000 anni fa, diffusissime in Sardegna,
sono chiamate domus de Janas (case delle Janas).
Le fate
del muschio, secondo qualcuno, fanno parte della famiglia delle Fate della
terra.
Il muschio si
sa, è presente nei boschi, sopratutti sui tronchi esposti a nord, ma anche sui
massi. Di muschi ce ne sono numerose tipologie, vi sono quelli bassi e
vellutati, quelli un po’ più alti, che sembrano merletti e quelli punteggiati
da fiorellini bianchi.
Secondo la
leggenda, a tessere le tante varietà di muschi sono delle meravigliose
fanciulle-fate che utilizzavano un preziosissimo filo verde: il nome è
Fanciulle del Muschio.
Queste splendide fatine, vivono nelle grandi foreste, nelle Alpi Orientali, ma anche su tutto l’arco alpino e prealpino. Sono descritte come fanciulle bellissime, con occhi ridenti e luminosi e la pelle chiara, quasi diafana, indossano abiti verdi, o marroni, intessuti con un magico filo di un colore simile a quello delle foglie o del tronco, sono assai riservate, e spesso invisibili agli occhi umani.
Queste splendide fatine, vivono nelle grandi foreste, nelle Alpi Orientali, ma anche su tutto l’arco alpino e prealpino. Sono descritte come fanciulle bellissime, con occhi ridenti e luminosi e la pelle chiara, quasi diafana, indossano abiti verdi, o marroni, intessuti con un magico filo di un colore simile a quello delle foglie o del tronco, sono assai riservate, e spesso invisibili agli occhi umani.
Secondo la
leggenda, la loro vita, come quella delle Driadi, è legata all’albero su cui
dimoravano, ci sono state testimonianze di Fanciulle del Muschio che si resero
visibili agli occhi dei taglialegna per chiedere loro che venisse lasciato in
vita il loro albero, in caso contrario, sarebbero morte con lui.
Con queste si
concludono le Fate della Terra. A chi toccherà domani? Restate con noi per scoprirlo!
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