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martedì 26 febbraio 2013

L'ottava zolla

Giardini botanici di Kew Royal Botanic Gardens
I Giardini Botanici Reali di Kew, più noti come Kew Gardens, sono un esteso complesso di serre e giardini ubicati tra Richmond upon Thames e Kew, a circa 10 km a sud-ovest di Londra, in Inghilterra.
 Sono situati lungo il paesaggio culturale del Tamigi. Sin dal XVII secolo, il sito è stato residenza della famiglia reale. Nel XVIII secolo, architetti di fama mondiale del calibro di William Chambers e
«Capability» Brown non solo crearono diversi edifici, ma rimodellarono anche i vecchi giardini barocchi per creare un paesaggio pastorale in stile inglese, stabilendo una moda che si sarebbe poi diffusa in tutto il continente. Il primo giardino botanico di Kew, in origine adibito a piante medicinali, è stato fondato nel 1759 dalla Principessa Augusta e da Lord Bute.
Oggi coprono una superficie di oltre 120 ettari e ospitano collezioni botaniche (piante essiccate, piante viventi, documenti e illustrazioni) che si sono arricchite nel corso dei secoli.
 Con 40 mila specie di piante diverse, alcune estinte in natura, coltivate in 5 serre, ciascuna con un differente ambiente climatico, dai nomi più o meno noti come la Palm House, la Temperate House, la Waterlily House, l’Alpine House e il Princess of Galles Conservatory. 
Famosi in tutto il mondo e meta obbligatoria di appassionati e botanici, ogni anno i Kew Gardens registrano più di un milione di visite, coordinando 700 addetti e 500 volontari che puntualmente contribuiscono alla ricerca di soluzioni per i problemi creati dalla deforestazione e diminuzione della biodiversità.
Tanto per avere un’idea della contabilità botanica, ci sono 360mila specie di piante da fiore sulla terra. Almeno 30mila sono commestibili. Più di un miliardo di persone si nutre con piante selvatiche. Un quarto delle medicine provengono direttamente o indirettamente dalle piante e 3/4 della popolazione si affida alle piante per la cura del corpo e la foresta amazzonica produce 1/5 dell’ossigeno totale della terra. Attraverso programmi di ricerca i Kew Gardens, seguendo un piano strategico di 7 obiettivi da raggiungere, ogni anno scoprono 2mila nuove specie vegetali.
Non solo per inserirli nell’elenco delle piante conosciute dall’uomo, ma anche per contribuire alla salute del nostro pianeta. Ma c’è di più. I botanici che vi lavorano, hanno classificato le piante secondo le loro caratteristiche, integrando i metodi tradizionali di classificazione con le moderne analisi del Dna conservando quest’ultimo in una vera e proprio banca del Dna che al momento conta 38mila specie diverse. Inoltre comparando il Dna di diverse specie vegetali, sono emerse delle relazioni di specie che risultano fondamentali per la classificazione e lo sviluppo di studi futuri, utili alla salute dell’uomo.
Il Dna Barcode è un altro progetto che aspira ad attribuire un codice a barre ad ogni specie vegetale per la protezione di piante in via di estinzione e lo studio di nuove piante medicinali. I Kew Gardens risultano infatti tra i fondatori del Cbol, Consortium for the Barcode of Life.
Creati nel 1759 e dichiarati nel 2003 dall’Unesco Patrimonio Mondiale dell’Umanità, i Kew Gardens sono considerati tra i più antichi giardini botanici. Il nucleo iniziale era formato dai giardini esotici della Kew House di proprietà di un nobile dell’epoca, Sir Capel di Tewkesbury. La vicinanza del fiume e la tranquillità dell’area avevano condotto molta nobiltà dell’epoca a scegliere la zona di Kew e Richmond come residenza d’eccellenza. Inoltre la scoperta di nuove terre e nuove rotte aveva diffuso nel XVII- XVIII secolo l’esigenza di raccogliere piante esotiche e medicinali non solo per scopi scientifici, ma anche per interessi di tipo economico.
Così si può leggere nel Gardeners Dictionary, pubblicato nel 1731 da Philip Miller, capo giardiniere del Physic Garden, l’orto botanico di Chelsea: «Verso la metà del diciottesimo secolo, gli alberi originari dell’America invasero l’Inghilterra, mutandone il paesaggio per sempre» e ancora «parallelamente all’espansione dell’impero, aumentò il numero di specie in arrivo in Gran Bretagna offrendo ai giardinieri una scelta sempre più ampia. All’alba del diciannovesimo secolo, anche il più umile dei giardini poteva vantare fiori e cespugli esotici.
La floricultura aveva subito cambiamenti così drastici da proiettare all’avanguardia l’Inghilterra, fino a un centinaio di anni prima assai provinciale e isolata, trasformandola nel giardino del mondo». Infatti fu sotto il regno di Giorgio III – chiamato “Giorgio il fattore” perché fece importare specie vegetali di ogni tipo e da ogni parte del mondo – che fiorirono le enormi serre in stile vittoriano.
Grazie anche agli sviluppi apportati dalla principessa Augusta di Hannover, nel 1840 i giardini del Kew Gardens vennero ufficialmente dichiarati Orto Botanico della nazione inglese. Successivamente si sono aggiunti diversi lotti di giardini di proprietà reale e nobiliare che hanno trasformato in 200 anni di storia questo enorme orto botanico in una meravigliosa risorsa inestimabile
Non potevano mancare, inoltre, per un orto botanico così fatto, esemplari storici di piante. Lungo il percorso facilmente ci si imbatte in uno dei più antichi esemplari di castagno, Castanea Sativa, del 1600- 1700, risalente al tempo dei possedimenti di Giorgio III. Proseguendo infine si incontrano quelli che vengono definiti “I vecchi leoni” una serie di piante antichissime del 1762 che comprendono un Ginkgo Biloba, l’albero della pagoda Sophora japonica, un Platanus Orientalis, una Robinia Pseudoacacia e una Zelkova Carpinifolia.

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