Il Tubo del luppolo è arrivato, seguici su Youtube, basta un click sull'immagine!

lunedì 25 febbraio 2013


Le fronde raccontano
miti e leggende


ARGÒS LA NAVE CHE PARLA

La capacità oracolare della quercia sacra torna anche in un altro mito, quello degli Argonauti. Giasone ed i suoi compagni intrapresero il viaggio verso il regno di Eete, la reggia “dove il sole si riposa durante la notte”, per riconquistare il mitico vello d’oro.
Per compiere il viaggio venne costruita, con l’aiuto della dea Atena, la nave più veloce mai esistita, Argò “la rapida” . La nave aveva il dono della parola perché nella prua era incastrato del legno delle querce sacre di Dodona.
L’impresa degli argonauti aveva come scopo quello di recuperare il vello d‘oro, custodito ad Eete appeso ai rami di una quercia sacra protetta da un drago fiammeggiante. Il viaggio porta gli Argonauti in terre diverse e attraverso svariate avventure. Quando finalmente raggiungono la Colchide, il re Eete subordina la consegna del vello alla condizione che Giasone riesca a domare due tori dagli zoccoli di bronzo, che soffiano fuoco dalle narici e compia ulteriori gesta sovrumane.


La figlia del re Medea, esperta di arti occulte, innamoratasi di Giasone gli offre il suo aiuto, purché lui la porti con sé in Grecia.Giasone supera le diverse prove, con i sortilegi di Medea riesce a far addormentare il terribile drago e fugge con Medea e con il vello, inseguito dai soldati di Eete, dopo aver ucciso il fratello di lei Apsirto. La navigazione degli Argonauti li porta fino in Adriatico, dove Zeus li punisce dell'omicidio, facendo loro smarrire la rotta.


Fu la nave stessa, urlante, ad intimare a Giasone, che tornava in patria dopo l’impresa, di recarsi dalla maga Circe che avrebbe purificato i due peccatori, Giasone e Medea, dall’assassinio di Apsirto.

Nessun commento:

Posta un commento