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venerdì 1 febbraio 2013



Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America






La Spiritualità degli Indiani d'America

BIANCO, ROSSO, NERO E GIALLO (PARTE 1)


La democrazia egualitaria e la libertà, così come sono praticate al giorno d'oggi, devono ben poco all'Europa. Non si tratta di derivazioni della tradizione Greco-Romana, in qualche modo ripristinate dai Francesi nel diciottesimo secolo. La democrazia è entrata a far parte del pensiero moderno occidentale grazie a principi dei Nativi Americani, tradotti nel linguaggio e nella cultura europea.
Gli Irochesi aborrivano la schiavitù. Thomas Paine, che indubbiamente aveva conosciuto questi valori indiani, divenne uno dei primi americani a chiedere l'abolizione della schiavitù. Dopo la Guerra d'Indipendenza si recò in Francia dove contribuì alla stesura della costituzione. In seguito lo scrittore francese Alexis de Tocqueville, nel primo volume dell'opera Democracy in America fece ripetutamente uso di espressioni del tipo "equo e libero". Affermò che le vecchie repubbliche europee non avevano mai dimostrato una propensione all'indipendenza maggiore di quella degli Indiani del Nord-America. Paragonò i sistemi sociali e i valori degli Indiani a quelli delle antiche tribù europee, prima che venissero "civilizzate" e soggiogate.
Quando giunsero in America gli Spagnoli non portarono nulla che assomigliasse a una tradizione democratica, sebbene il loro linguaggio, i costumi, la religione e le leggi avessero diretta origine dall'antica Roma. I Francesi e e gli Olandesi, che colonizzarono alcune zone del Nord-America, si stabilirono anche in molte altre parti del pianeta, che non per questo giunsero alla democrazia. La democrazia non si produsse né ad Haiti, nazione di lingua francese, né tantomeno in Sud Africa, colonizzato dagli Inglesi e dagli Olandesi più o meno nello stesso periodo della colonizzazione del Nord-America.
Magna Carta
Persino l'Olanda e la Gran Bretagna, le due vetrine della democrazia europea, ebbero notevoli difficoltà nell'innestare la democrazia nel sistema monarchico e aristocratico, radicato com'era nelle salde tradizioni dei privilegi di classe. Durante il regno di Giorgio III d'Inghilterra, quando gli Stati Uniti combattevano per la loro indipendenza, solo una persona su venti aveva diritto di voto. In tutta la Scozia potevano votare solo tremila uomini, mentre ai cattolici era proibito sia votare sia celebrare le loro funzioni.
Gli Americani anglofili di tanto in tanto individuano l'inizio delle libertà civili e della democrazia nella ratifica della Magna Carta, operata dal re Giovanni sul campo di battaglia di Runnymede nel 1215. In realtà quel documento non fece che spostare leggermente l'ago della bilancia in favore dell'oligarchia e a danno della monarchia, concedendo ancora più potere all'aristocrazia. Un'oligarchia non può rappresentare una democrazia in divenire; un leggero allontanamento dalla monarchia non deve necessariamente tradursi in un passo verso la democrazia. Nell'ambito della stessa tradizione, l'elezione del Papa da parte di un collegio di cardinali non trasformò il Vaticano in un'istituzione democratica. Neppure il Sacro Romano Impero si trasformò in democrazia per il semplice fatto che fosse un congresso di aristocratici a eleggere l'imperatore.

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