Giardini nella storia
La nascita dell'architettura del giardino rinascimentale
nell'Hypnerotomachia Poliphili
Il giardino rinascimentale viene ideato e realizzato in seguito ad una felice
e fruttuosa riscoperta del giardino romano antico che, dopo il “sonno del
Medioevo”, viene accuratamente riportato alla luce dagli umanisti
attraverso un meticoloso studio dei testi classici che lo descrivono e infine
amorosamente ricostruito in alcuni prototipi che sono rimasti storici.
Se è vero che il giardino rinascimentale all’italiana ha una lunga storia
evolutiva praticamente ininterrotta dal Rinascimento ai giorni nostri,
bisogna però osservare come gli esempi più magniloquenti vengono
prodotti nel Settecento.
Prima di arrivare ai maturi e splendidi esempi del parco della Reggia di
Caserta, che venne costruito a partire dal 1753; o, tornando indietro negli
anni, all’ideazione della Villa d’Este di Tivoli a cura di Pirro Ligorio,
databile dal 1560 in poi, mentre l’inaugurazione avvenne nel 1572; oppure
ancora ai celebri Orti di Boboli, che furono acquistati
nel 1418,
quarant’anni prima della costruzione del palazzo Pitti, fino all’abbellimento
dei giardini iniziato soltanto col passaggio della proprietà ai Medici nel
1549 per opera di Niccolò Tribolo.
Per arrivare alla maestà di questi esempi celeberrimi, la storia del giardino
all’italiana ebbe un periodo di generosa e misteriosa incubazione intorno al
testo primo dell’Hypnerotomachia Poliphili del 1499, racconto onirico dove
l’architettura antica viene rievocata al tempo stesso con spirito scientifico e
immaginazione fantastica, sia grazie alla perfetta conoscenza dei classici, da
Plinio a Vitruvio, sia anche per la presenza discreta eppure fondamentale di
personaggi-chiave del Rinascimento italiano come il grande architetto e
teorico Leon Battista Alberti.
Un esempio unico nel rinascimento
l’Hypnerotomachia: laboratorio di
ricostruzione filologica dell’antico esemplata sul modello perfetto
dell’uomo ideale, macrocosmo e microcosmo insieme del rinnovato
interesse per l’Uomo e la Natura che è al centro delle speculazioni
filosofiche di quegli anni, al suo interno il giardino acquisterà il valore di
ente perfetto, luogo ideale di manifestazione delle attività dello spirito, ma
anche di tutte le bellezze possibili e immaginabili di una Natura perfetta e
incorruttibile.
L’incunabolo più importante del mondo è divenuto famoso per le sue 170
pregiate illustrazioni, xilografie incise su legno, ma anche e soprattutto per
l’originalità di ogni cosa concepita all’interno del libro, a partire dalla rara
complessità della lingua, fino ad arrivare alla ricchezza infinita delle
simbologie degli episodi rappresentati. Originalissimo è lo stesso titolo che
significa «battaglia d’amore in un sogno», parola composita che non esiste
nel dizionario greco, ma che risulta dalla combinazione fantastica di tre
parole greche, «ypnos», «eros» e «mache», appunto rispettivamente:
«sogno, amore e battaglia». Sono molti gli hapax, cioè le parole inventate
per l’occasione dall’autore con dotta competenza linguistica, fino a formare
gli strumenti linguistici di un laboratorio filologico unico nel panorama di
tutto l’Umanesimo.
Una delle cose più belle descritte nel romanzo è un giardino lussureggiante,
ricco sia di piante e fiori di ogni specie, sia anche di architetture fantastiche,
filologicamente ispirate ad altrettante architetture antiche realmente
esistenti od esistite.
Questo giardino dell’Hpynerotomachia ne ha ispirati tanti altri, fino a
potersi definire il prototipo del giardino rinascimentale tout court.
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