Pagine
▼
lunedì 30 novembre 2015
domenica 29 novembre 2015
in questi anni bui,c'è ancora la montagna che unisce :)
Quando tutta una valle con le sue genti ti accompagnano, si unisce il mondo al suono dei campanacci
il Tor des Geants sa esprimere ancora la voglia di incontro :)
venerdì 27 novembre 2015
il giro dei giganti
Tor des Géants
La gara, che attraversa il territorio di 34 comuni ed è considerata il trail più duro al mondo
Il percorso si snoda lungo le due Alte Vie della Valle d'Aosta con partenza ed arrivo a Courmayeur per un totale di circa 330km (200 miglia) e 24000 metri di dislivello positivo, seguendo per prima l'Alta Via n°2 verso la bassa Valle e ritornando per l'Alta Via n°1. Il passaggio ai piedi dei 4000 valdostani rende il percorso di una bellezza unica
.
mercoledì 25 novembre 2015
Gioia domestica? Mica tanto...
Un bell'applauso, è arrivata la nuova stagione... a parte un vestito orrendo e due bestiole da circo, tutte le novità sono a pagamento. Spero che per Natale non prenda questa piega altrimenti è il caso di cominciare a pensare di migrare, ad avere sempre le stesse cose diventa noioso.
NOIOSO!
Tre anni fa ci si è lamentati dell'Halloween copia-incolla perfettamente uguale all'anno prima, dopodichè le stagioni sono cambiate, c'è sempre stato inserimento di oggetti nuovi, ma se non si inseriscono deco nuove (decenti, non orrende come queste ultime) alla gente passa la voglia, alla fine si è capito, il gioco è di decorazione e mi sta benissimo così, però deve essere accessibile anche a chi non può spendere soldi veri.
Altrimenti non è più un gioco.
Ma......... questo non è l'unico gioco con tante funzioni a pagamento.
Verissimo, è altrettanto vero però che i giochi più gettonati sono quelli che permettono di vincere facilmente l'equivalente dei rubini di miramagia. E' vero anche che proprio in quei giochi, quelli dove con l'assiduità in gioco e nelle varie operazioni, si riesce a vincere anche una decina di "rubini" al giorno e sono proprio i game dove la gente alla fine, per paradosso, spende di più.
Come lo so? Ho tempo da perdere, e mi guardo in giro.
lunedì 23 novembre 2015
limba nuragica
Shalóm Nephilím bené shamásh / nur’akúsh ’abaím sa’án / shalóm ’olám’oz hýh / láb Yhw malakím shardán
(Salve giganti figli del sole / tori della luce padri santi / salve eterna forza della vita / cuore di Yhw signori giudici re )
La necropoli di Monti Prama si trova alla base del colle omonimo, a una distanza di circa 2 Km dallo stagno di Cabras, lungo la strada che da San Salvatore conduce a Riola Sardo. La scoperta del sito avvenne casualmente nel marzo del 1974 ad opera di contadini che eseguivano lavori agricoli.
domenica 22 novembre 2015
Buonasera
è ridotta maluccio,ma le piante sanno sorprenderti e ti regalano il loro unico fiore :)
un pensiero da parte di Lasko a chi ci segue :)
venerdì 20 novembre 2015
sono arrivati :) li aspettavo ,li aspettavo ,li aspettavo XD
un ringraziamento doveroso e due righe....
il primo va a Gian per averlo scritto.Grazie per avermi dato la possibilità di leggerlo quando ancora era fresco di inchiostro :)
un secondo Grazie alla casa editrice,che gentilissima mi ha rispedito i libri(la prima spedizione per colpe da inserire nella nebulosa delle poste era andata persa acc )
per diritto di cronaca il primo dei 5 libri richiesti è già nelle mani del mio socio il famigerato Stakanov XD,come mio regalo di Natale :) gli brillavano gli occhi quando ho aperto il pacchettone giallo e gli ho consegnato una copia,dicendogli questo è il libro che ti avevo promesso lo ha scritto un mio amico è di fantascienza ma non aspettarti scontri tra astronavi mi dirai :)
un sorriso di colpo ha illuminato il suo viso mentre già le dita sfogliavano le pagine lasciando nell'aria l'odore di cellulosa ,è il naso di un lettore il primo ad essere colpito XD
le altre copie saranno altri regali a persone a me vicine,non è facile regalare libri ma Renè è un romanzo da scoprire e sono sicuro che sarà letto :)
giovedì 19 novembre 2015
i fieri Pelliti
È Amsicora, il capo dei pelliti, fierissimi
popoli vestiti con le pelli delle bestie uccise, che vivono nelle montagne
più aspre, fra le nere macchie e le nude roccie.
Ha il capo chiomato come un dio elleno, ha gli occhi fiammeggianti,
una voce possente e cavernosa che s'alza nel comando, ne l l'ira e nella concitazione
bellica, squillando come una buccina. Feroce nella collera, implacabile
nella giustizia che egli stesso amministra, paterno e soccorrevole coi
suoi bravi pelliti. E semplice e nel contempo regale. Cavalca con audacia
mirabile, ne v'è sasso o zolla che porti il segno d'una sua caduta. Tira
di lancia e di pugnale con infallibile mira e il suo braccio é una scure
che dove piomba, d'un colpo solo, sbriciola e spacca. Fa pensare ai primi
uomini, duramente temprati, che, imbattendosi nel fitto della foresta in una
belva, fremevano di gioia per la lotta imminente e il rischio mortale. E
temuto, amato e ammirato. E un capo che personifica la forza e l'ardimento.
Nel suo cuore di barbaro, come un fiore sbocciato per incanto fra
i crepacci d'una rupe, é un gentilissimo affetto : losto, il figlio, natogli in
battaglia, da una donna, che non teme il fragore delle armi nè il colore
del sangue. E ancora un giovinetto e già eguaglia il padre come arciere e come fiondatore lo supera. Nato in battaglia, vorrebbe sempre combattere
e quando non ha di meglio, lotta con gli animali e con gli alberi, ma
brucia dalla voglia di provare in una vera mischia la sua forza ed il suo
coraggio. Come il padre e la madre ama le foreste in cui vive, le montagne
che lo circondano, e giù, le piane feraci e, oltre, tutta l'isola, fino
al mare lontano. Come il padre e la madre vorrebbe la sua terra libera
e felice, intenta alle arti antiche e alle opere dei campi, senza padroni e
senza schiavi.
venerdì 13 novembre 2015
Dansa in su ‘entu ‘e tramuntana, dansa umpare a mie, dansa in su mare ‘e s’avventura, dansa in custa die.
Danza nel vento di tramontana, Danza insieme a me, Danza nel mare dell’avventura, Danza in questo giorno.
oggi è San Martino
per voi che su Mira zappate e come contadini virtuali vi comportate questa data agraria non dimenticate :XD
L'11 novembre era data ben nota nelle campagne perché coincideva con la fine dei contratti agricoli annuali e il pagamento delle tasse e dell’affitto. Sì, perché un tempo ai proprietari terrieri era più conveniente avere dei mezzadri annuali che potevano essere licenziati alla scadenza del contratto. Di conseguenza, l’avvicinarsi di questo giorno era vissuto come un incubo, oppure come una liberazione a causa dell’esosità dei proprietari. Tanto che la stessa data era anche diventata sinonimo di cambio di casa e trasloco onde veniva detto “far San Martìn”.
Anche i capponi, per le “onoranze” dovute al padrone, dovevano essere pronti per questo giorno. Così qualche tempo prima, le pollastrelle “da ovo” venivano separate dai galletti pronti per essere fatti capponi. L’intervento era rudimentale e molto sbrigativo. Presi per le zampe, stretti fra le ginocchia si incrociavano loro le ali e con un paio di vecchie forbici si praticava un taglio nella regione dove con un dito si estrevano i “cosidetti”. Ricucita la ferita, la si cospargeva di cenere come disinfettante e si tagliava la loro cresta innestando sulla testa una piuma variopinta.
Veniva anche accesa una candela e se la fiamma si piegava a sera o a mezzogiorno sarebbe stato un inverno asciutto; al contrario, se voltava a mattina, un inverno umido e garbinoso.
Questa festa era anche ispirata alla svinatura e all’inizio del ciclo invernale: “A San Martìn casca le foie e se spina el bon vin”, oppure: “Da San Martìn el mosto deventa vin”.
Questo è il mese giusto per gustare l’oca, perché “matura” proprio tra novembre e dicembre, quando, pingue - come direbbe l’Artusi - «si presenta animale fecondo e festoso».
L’oca è stata per secoli considerata come il “porcellino dei poveri”perché di essa non si buttava via nulla.
Oltre alla carne, forniva una grande quantità di grasso, piume per le trapunte da letto, stuzzicadenti e penne per scrivere o da cappello.
L’oca si può cucinare in arrosto, lardellata o ripiena di castagne e di prugne, lessata con il rafano, in umido e con la sua carne si può farne dei gustosi salami o degli aristocratici prosciutti mentre con il fegato grasso il famoso paté in terrina.
martedì 10 novembre 2015
ok,sono arrivati oramai da giorni :)
Mi hanno studiato,ascoltato i rumori che faccio,si sono piazzati,adesso siamo in armonia :)
lunedì 9 novembre 2015
domenica 8 novembre 2015
DE GLETSCHER
Il Monte Rosa
a Gressoney lo chiamiamo "DE GLETSCHER", IL GHIACCIAIO
Il MONTE ROSA è il massiccio mediamente più alto d'Europa. La sua vetta più alta, la Punta Dufour, con i suoi 4.634 metri s.l.m. è seconda soltanto alla cima del Monte Bianco (4810 m), ma le punte over 4.000 che compongono il ROSA sono 18, alle quali se ne aggiungono altre 6 secondarie, che con un gran numero di colli, passi, pareti e ghiacciai
Fa parte delle Alpi Pennine ed è raggiungibile dalle sette valli che si distendono ai suoi piedi, tra Valle d'Aosta (Valle del Lys, Val d'Ayas e Valtour-nanche), Piemonte (Valsesia e Valle Anzasca) e le valli Svizzere di Zermatt e di Saas-Almagell
Gornehorn (in tedesco Grande Montagna), Monte Silvius in latino, Mon Boso o Monboso in un libro di Leonardo da Vinci, Monte Bosa (in una mappa del 1740).
L'attuale toponimo MONTE ROSA (uguale anche in inglese ed in tedesco, mentre in francese è MONT ROSE) deriva dall’antico nome celtico “roëse”, “roiza”, che significa ghiacciaio (in latino : ROSIA ).
L'attuale toponimo MONTE ROSA (uguale anche in inglese ed in tedesco, mentre in francese è MONT ROSE) deriva dall’antico nome celtico “roëse”, “roiza”, che significa ghiacciaio (in latino : ROSIA ).
1778 - Ascensione dei 7 giovani gressonari al colle del Lys (Entdeckungfeldze) (Walser).
1801 - Pietro Giordani supera i 4.000 raggiun-gendo la vetta più meridionale del Rosa, a lui dedicata: Punta Giordani (m. 4.046)
1819 - il 5 agosto Nicola Vincent, di Gressoney, raggiunge la Piramide che porterà il suo nome (m. 4.215) ; alcuni giorni dopo, il 12 agosto, Nicola e Francesco Vincent raggiungono la Punta Zum-stein (m. 4.563); con queste due ascensioni i due fratelli gressonari aprono la via alle vette più alte del massiccio.
1842 - il 9 agosto, dopo alcuni tentativi andati a vuoto il parroco di Alagna Giovanni Gnifetti raggiunge la Punta Gnifetti (m. 4.559) dove nel 1893 sarà costruita la Capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa.
1801 - Pietro Giordani supera i 4.000 raggiun-gendo la vetta più meridionale del Rosa, a lui dedicata: Punta Giordani (m. 4.046)
1819 - il 5 agosto Nicola Vincent, di Gressoney, raggiunge la Piramide che porterà il suo nome (m. 4.215) ; alcuni giorni dopo, il 12 agosto, Nicola e Francesco Vincent raggiungono la Punta Zum-stein (m. 4.563); con queste due ascensioni i due fratelli gressonari aprono la via alle vette più alte del massiccio.
1842 - il 9 agosto, dopo alcuni tentativi andati a vuoto il parroco di Alagna Giovanni Gnifetti raggiunge la Punta Gnifetti (m. 4.559) dove nel 1893 sarà costruita la Capanna Regina Margherita, il rifugio più alto d’Europa.
la maratona dei ghiacci. 45km di sviluppo, quasi 3000m di dislivello positivo per una mitica cavalcata da Cervinia a Gressoney.
Un buon sciatore fa un passo e arriva
Fin dove l'orecchio sente, ne fa un altro e
Arriva fin dove l'occhio vede
(da un'antica cronaca svedese)
Un buon sciatore fa un passo e arriva
Fin dove l'orecchio sente, ne fa un altro e
Arriva fin dove l'occhio vede
(da un'antica cronaca svedese)