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giovedì 7 giugno 2012

Racconti e leggende dall'Alto Adige


Il gioco dei birilli d’oro


Molti e molti anni fa, quasi nella notte dei tempi, un popolo di minatori venuti dal Brennero per cercar oro e argento abitava la Val di Fleres. Ma la loro felicità era turbata da un tiranno molto ricco e malvagio che governava il suo popolo con la paura ed esigeva enormi tributi. E quando non riuscivano a soddisfare le sue richieste, il malvagio sfogava la sua ira con grande crudeltà.

A tal motivo questa gente viveva nel terrore e nella miseria, mentre il re diventava ogni giorno più ricco; così ricco da farsi costruire un gioco dei birilli tutto d’oro zecchino.

Ma arrivò un dì che il minatore più coraggioso di tutti, stanco dei soprusi, si rifiutò di lavorare e convinse i suoi compagni a ribellarsi allo sfruttamento ed a lottare per la libertà.

La voce di tal fatto giunse presto all’orecchio del re che decise di vendicarsi personalmente del ribelle.

Il prode minatore, percependo il pericolo, fuggì veloce come un camoscio sulla montagna del Tribulaun inseguito dal tiranno che non gli dava tregua. Alla fine il re lo raggiunse brandendo alta la spada ma, quando stava per sferrare il colpo mortale, apparve potente il fantasma del Tribulaun che colpì con il pugno la cima del monte spaccandola in due. Da quel giorno, infatti, il Tribulaun ha due cime.

Il minatore potè così salvarsi e tornare tra la sua gente, accolto come un eroe, mentre quel diavolo tiranno fu trasformato in fredda roccia, il “Goldkappl” appunto, posto davanti al Tribulaun, e ancora oggi si può vedere il luccichio rosso che rappresenta il mantello dell’avido re.

I birilli d’oro non furono più trovati, ma si sussurra che giacciano ancora nascosti in Val di Fleres.

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