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venerdì 1 febbraio 2013

Febbraio - Baguio, Filippine - Panagbenga Festival

Nel nord delle Filippine la natura è stata piuttosto generosa quanto a fiori e colori. Un giorno l'anno, il primo giorno di febbraio, i colori esplodono e i fiori invadono ogni ambiente, i marciapiedi, i fiumi, i vestiti della gente e l'aria, con il loro profumo. Parate di barche decorate di fiori, acconciature fatte di fiori e ancora decori e mostre, tour nei giardini fioriti. Basta che la parola d'ordine sia fiorito.

Il Panagbenga Festival si tiene ogni anno a Baguio, la capitale estiva delle Filippine, e dura un mese. La parola 'panagbenga' è un termine di origine maleo-polinesiana che significa 'stagione della fioritura'.
La celebrazione nasce come un'idea proposta dalla città di Baguio perchè la festa della città si terrebbe il 1 settembre, nel bel mezzo delle piogge estive, e questo periodo dell'anno non consente parate e altre attività all'aperto per festeggiare.
La proposta di celebrare questa festa nasce nel 1995: in principio la Panagbenga era una serie di celebrazioni che si svolgevano in un periodo di 10 giorni comprendenti due fine settimana, poi in seguito al successo riscosso la durata fu man mano prorogata fino a coprire l'intero mese di febbraio.
Il festival si tiene nel mese di febbraio e nasce come omaggio ai fiori della città, è diventato anche un'occasione di ripresa dopo la devastazione del terremoto di Luzon, nel 1990.
Nei giorni del festival si vedono sfilare carri decorati con miriadi di fiori, non dissimili dai carri della festa delle rose di Pasadena. Per un mese il paese si anima di danze di strada con ballerini che indossano vestiti ricoperti di fiori, con costumi che si ispirano al Bendian, una danza Ibaloi di festa originaria dalla regione della Cordillera (zona montana dove si coltiva il riso in ampi terrazzamenti).

Se da un lato questo festival rappresenta una forte spinta economica per il turismo che attira, ha anche aiutato le giovani generazioni dei popoli indigeni nella riscoperta delle antiche tradizioni della loro cultura. All'inizio i popoli nativi erano diffidenti nei confronti del governo che ha incentivato il turismo, temendo che questo possa essere una minaccia e che vada a interferire o modificare i rituali delle varie comunità.

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