Benin - Ouidah - La porta del non ritorno Monumento alla memori degli schiavi imbracati per le americhe |
In relatà il Vudù non può essere usato per fare del male, ma permette solo fini positivi; chi avesse intenzioni malvagie sa che il male gli si torcerà contro. E’ una religione molto semplice: chi chiede la salute per sè e per la famiglia, chi vuole giustizia per uno sgarbo ricevuto, chi spera in una buona pesca pianta un legno su un mucchietto di terra e attende. Se gli spiriti lo esaudiranno tornerà con un pollo e coprirà con sangue e piume il semplice altare di terra.
Ogni anno in Benin si svolge un vero e proprio festival, ricco di riti e celebrazioni dove i partecipanti, vestiti di tessuti dai colori sgargianti, fasciati di pelle di animali e monili di osso, suonano tamburi e ballano per aiutare i celebranti a raggiungere la trance per entrare in contatto con le divinità, per ricevere consigli, profezie o punizioni. Il ruolo dei danzatori è quello di tenere lontane le entità maligne in modo che i celebranti entrino in contatto solo con gli spiriti ancestrali benevoli e positivi.
Nonostante alcuni santoni haitiani affermino di poter trasformare le persone in zombie, la realtà appare ben diversa: sono solo i celebranti spiritualmente più forti che, durante la trance, lasciano che dal loro corpo si allontani una delle due anime per farsi guidare dalla divinità. Questo è lo stato di zombie, una profonda estasi nel momento in cui Ougan e Mambo (celebranti, maschi o femmine) particolarmente dotati possono entrare in contatto con gli spiriti ancestrali.
La festa più famoso è quella che si tiene a Ouidah.
Qui si trovano bancarelle che espongono teste di animali essiccate al sole, parti di animali macellati, pietre, corna e radici, oltre a numerosissime statuette portafortuna dall'aspetto talvolta inquietante. Questi amuleti hanno forme e decorazioni diverse e servono a risolvere i problemi della vita quotidiana.
Se si vuole però che questi oggetti comuni acquistino potere e si trasformino in feticci, è necessario che vengano benedetti da un “fetichero”.
In Benin i villaggi vengono protetti dai pitoni che, giganteschi ma innocui, si lasciano maneggiare tranquillamente non solo dai guardiani dei templi, ma anche dai fedeli che accorrono a venerarli. Girano nel recinto del tempio o per le strade della città o stanno immobili nella stanza al centro della zona sacra.
Ouidah - Il tempio dei pitoni I visitatori sono invitati ad interagire con i serpenti, protettori della città |
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