La Strada Antronesca
(La via Antronesca anticipò gli scambi con la Svizzera)
E’ stato recuperato il tracciato verso il Vallese che rappresentava un’alternativa al Sempione Agli albori della storia, fra l’età del rame e quella del bronzo, l’Ossola era già una via di transito fra la valle del Rodano e quella del Po. Le valli dell’Ossola cominciarono, grazie ai commerci a popolarsi rapidamente, furono teatro di scambi e contatti. Vi si stanziarono i Leponzi, una popolazione proveniente dalle Alpi orientali che per la sua strategia scelsero come capitale “Oscella Leponziorum” l’odierna Domodossola. I Leponzi vennero a contatto con gli Etruschi dai quali impararono la tecnica per l’estrazione e la lavorazione dei materiali ferrosi delle quali erano maestri. Quasi certamente i mercanti Etruschi percorsero anche le Valli Ossolane in cerca di vene metallifere da sfruttare; si pensa che possano avere attivato le prime industrie in particolare i primi sfruttamenti di metalli ferrosi in Valle Antrona. Dal I secolo a.c. i Romani penetrarono nell’Ossola, seguendo le strade già tracciate dagli Etruschi. Anch’essi erano in possesso di tecniche raffinate, ma a differenza degli Etruschi avevano una visione politica più ampia, preferirono lasciare una certa libertà negli usi e nei costumi agli abitanti del luogo per privilegiare il controllo amministrativi del territorio. Era loro interesse presidiare e difendere i valichi contro le scorribande ma anche per timore di eventuali invasioni dei popoli di oltralpe. Con la fine dell’impero Romano la zona dell’Ossola segue le sorti del regno Longobardo e di quello dei Franchi. Diventerà nei secoli avvenire contea assegnata nel 1014 al Vescovo di Novara.
La “Strada antronesca” fu quindi anticamente praticata per passare dalla valle Antrona in Valle di Saas, attraverso il passo di Antrona o di Saas (2883 m) e quindi per andare dall’Ossola al Vallese, congiungendo Villa con Visp. Questa strada non raggiunse mai l’importanza di quella del Sempione, protetta dai governi dello Stato di Milano e del Vallese e servita da una importante corporazione di Someggiatori.