Pagine

sabato 18 gennaio 2014

Le fronde raccontano
miti e leggende


Gli alberi sono liriche che la terra scrive sul cielo.
Kahlil Gibran.
Sesta parte

TASSO
Era sacro ad Ecate, dea degli inferi, alla quale si sacrificavano tori neri inghirlandati con le sue foglie (Taxus boccata). La
sua associazione con la morte e gli inferi é stata forse ispirata dal colore verde cupo del fogliame e dalla corteccia bruno-rossiccia.Le Erinni lo
utilizzavano per le fiaccole con cui allontanavano i mortali che intendevano perseguitare.A Eleusi i sacerdoti si cingevano di corone di tasso che avevano un duplice simbolismo, di morte ma
anche d'immortalita a causa delle foglie sempreverdi.
PROPRIETA’
La foglia contiene la tassina, che ha un'azione anestetico-narcotica e può provocare asfissia e paralisi cardiaca.

TIGLIO
Era sacro ad Afrodite e simbolo dell’amore
coniugale.Con la sua corteccia veniva paticata la divinazione: dopo averla divisa in tre strisce, si davano responsi avvolgendo e svolgendo le strisce tra le dita.Nei viali di molte città padane il tiglio spande nel mese di giugno,con i suoi fiori, un profumo intenso e dolciastro, simbolo di Longevità.
MITO
Un mito greco racconta che la ninfa Filira, figlia di Oceano si unì a Crono che, sorpreso dalla moglie Rea, si trasformò in un cavallo e fuggì. La ninfa rimase incinta e partorì Chirone, un mostro, mezzo uomo e mezzo cavallo. Ne provò una tale vergogna che chiese al padre di essere mutata nell'albero che da allora porta il suo nome.Un altro mito (Ovidio,Metamorfosi, VIII) racconta dei due coniugi Filemone e Bauci che chiesero di morire insieme e furono trasformati da Zeus in una quercia e un tiglio uniti per il tronco.
PROPRIETA’
Le sue foglie hanno proprietà sedative e ipnotiche. Dalla pianta si ricavano, inoltre, carta, stuoie, montature di corone e ghirlande.Dalla corteccia si ottenevano una volta tessuti grossolani e soprattutto corde.

ULIVO
Sembra sia originario dell’Asia Minore dove
cresceva spontaneamente (oleaster). Dalla selezione effettuata in Siria derivò l’olivo odierno, diffuso
nell’area mediterranea dai Fenici.Sia i popoli orientali che quelli europei hanno sempre
considerato questa pianta un simbolo della pace.
MITO
Era sacro alla dea Atena, la prima a piantarlo in Grecia.Atena e Poseidone si contesero il predominio dell’Attica e Zeus concesse il privilegio di edificare il tempio sull’acropoli a quello dei due che avesse creato l’oggetto più utile all’uomo. Poseidone creò il cavallo a Atena colpendo la terra affinchè producesse un albero nuovo creò l’ulivo 
assicurandosi la vittoria.Era proibito bruciarne il legno e si puniva chi lo danneggiava.
FESTE
I greci antichi consideravano l’olivo una pianta sacra e la usavano per fare delle corone con cui cingevano gli atleti vincitori delle olimpiadi.In onore della dea si celebravano ad Atene i giochi panatenaici e i vincitori ricevevano anfore con oli provenienti dall’Attica. In ottobre per propiziare il raccolto si portava in
processione un ramo di olivo coperto di lana e primizie stagionali.A Roma veniva utilizzato in una cerimonia che si celebrava alle Calende di gennaio come buon auspicio per il nuovo anno.Nella religione cristiana la pianta d'olivo ricopre molte simbologie. Nella Bibbia si racconta che calmatosi il diluvio universale, una colomba portò a Noè un ramoscello d'olivo per annunciargli che la terra ed il cielo si erano riconciliati.
PROPRIETA’
L’oliva è un frutto ricco di vitamine e mentre l’olio proveniente dalla spremitura è un prezioso alimento utilissimo anche per i massaggi. Rinomati in epoca romana erano l’olio verde di Venafro e quello della Liburnia in Istria; pessimo era considerato l’olio africano,usato esclusivamente per l’illuminazione. Apicio (L’ArteCulinaria, I, IV) proponeva addirittura un metodo per contraffare l’olio dei Liburni.

VITE
Era sacra a Dioniso. LaBibbia 
testimonia che Noè salvò la vite
e la impiantò dopo il diluvio universale. La sua coltivazione fu importata nella Magna Grecia dai primi colonizzatori e diffusa in tutta l'Italia probabilmente a opera degli Etruschi. Era considerata da queste popolazioni simbolo di forza, di capacità di adattamento e di trasformazione
MITO
Il culto greco della vite dionisiaca era di origine cretese.Zeus si unì a Semele (la Luna) che rimase incinta. Ermes salvò il bambino dalla gelosia di Era,moglie di Zeus cucendolo nella coscia del padre dove rimase nascosto fino alla nascita. Per questo motivo Dioniso venne soprannominato “nato due volte” I Titani per ordine di Era catturarono Dioniso, lo ridussero in pezzi e lo fecero bollire, mentre dalle gocce del suo sangue nacque un albero di melograno. Le sue membra cotte furono bruciate, e dalla cenere nacque la vite.Il ciclo della vite e del vino era,nella Grecia antica, l'allegoria 
di Dioniso, della sua nascita, morte e resurrezione.
FESTE
La vendemmia ricordava lo smembramento di Dioniso da parte dei Titani. All'inizio del mese di pyanopsión (ottobre) in Attica si svolgeva la cerimonia delle Oscoforie, durante la quale si trasportavano tralci carichi di grappoli d'uva da un santuario di Dioniso ad Atene fino al porto del Falero.Nel mese di poseideón
(dicembre),si celebravano le Dionisie rurali durante le quali si assaggiava e si miscelava il vino. Il mese successivo, gamelión, il “mese delle nozze”, era la volta delle Lénaia (Lenee da lénaion= luogo dove si pigiava l'uva e si conservava il vino fino al momento in cui era pronto) che consistevano in una processione e in concorsi drammatici. Alla fine dell'inverno, nel mese di antestherión si celebravano le Anthestéria, con cui si ricordava il ritorno dagli inferi di Dioniso e si celebrava il passaggio dall'inverno alla primavera. Nel primo giorno, Phitoigìa, venivano aperti i phiftoi, grandi recipienti di argilla per il vino offerto alle anime dei morti. Nel secondo giorno, Choés (o “giorno delle brocche”), si gustava il succo d'uva fermentato. Infine il terzo giorno, Chytroi (pentole), era dedicato a placare e a espellere gli spiriti ai quali si offrivano, negli stessi recipienti i frutti della terra.Le Grandi Dionisie, organizzate nel mese di marzo (elaphebolión),chiudevano il ciclo delle feste.Nell'occasione si svolgevano agoni tragici e processioni.
(a cura di Beatrice Orsini. Per
approfondire: A. Cattabiani,
Florario: miti, leggende e simboli di
fiori e piante, Milano, Mondadori,
ed.1998)

Nessun commento:

Posta un commento