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mercoledì 22 gennaio 2014

Capitolo primo - L'alba dei tempi



     C'era una volta, tanto tanto tanto tanto tanto tanto tempo fa, una valle incantata in un mondo dove ancora la magia era viva e gli incantesimi generavano patate con lunghe zanne affilate e funghi con il vestito da sera. In questa terra fantastica vivevano tante creature: draghi, fate, folletti, semplici zappatori e druidi in calzamaglia. E c'erano i maghi... i pivellini appena arrivati dovevano accontentarsi di creare carote e teste di zucca, ma c'erano anche maghi e streghe molto potenti capaci di incantesimi e portenti al di là di ogni immaginazione. La strada per la grandezza e la miticità è lunga, tutta in salita e irta di difficoltà e cetrioli tricuspidati, molti finiscono nel gelido mondo del frost dopo poco, altri si suicidano con l'incantesimo deletante dopo un tempo imprecisato, in pochi sopravvivono e continuano a studiare e piantare barbabietole fino allo sfinimento.

     "Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori, le cortesie, l'audaci imprese io canto" e se anche in questa terra magica non vi era alcun Orlando, di furiosi ce n'erano tanti e per i motivi più disparati. Uno fra tutti era Messer Onesto, un mago stoico e stakanovista, grande zappatore, la sua sveglia suonava ad ogni ora del giorno e della notte per le gare o per raccogliere gli ortaggi dopati prima che avvizziscano, tutto questo per mesi e mesi e mesi e mesi e mesi..... Qui le fonti si fanno contrastanti, un menestrello afferma che successe tutto in un luminoso mattino invernale, mentre la neve fresca caduta durante la notte ricopriva i campi e brillava con i suoi mille cristalli. Un vecchio drago invece dice che fu una notte buia e tempestosa, mentre cupe nubi tormentate sputavano fuoco e fulmini sulle baracche dei maghi e delle streghe. Un lupo mannaro mi ha raccontato che successe poco dopo l'imbrunire durante il terzo plenilunio del ventiseiesimo anno... Tutti però concordano su un fatto: Messer Onesto si prese un momento di riposo dal duro lavoro abbandonando per qualche attimo le sue lattughe arruffate e si rese conto che la quiete non sarebbe durata a lungo: all'orizzonte una figura minacciosa si levava, circondata di un'aura scarlatta, del colore di mille rubini, un personaggio indecifrabile che esordì dicendo "Io son Messer Frodo, ora vedrete tutti come vi frodo".

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