Sunkmanitu tanka - il mondo
degli Indiani d'America
La Spiritualità degli Indiani d'America
BIANCO, ROSSO, NERO E GIALLO (PARTE 2)
Mentre gli Olandesi stabilivano le loro colonie in America, in patria il potere era saldamente in mano all'aristocrazia e ai borghesi, che rappresentavano solo un quarto della popolazione. Una città come Amsterdam era governata da un consiglio di trentasei uomini, nessuno dei quali era eletto. La carica di membro del consiglio era ereditaria e veniva mantenuta fino alla morte.
Henry Steele Commanger scrisse che durante l'Illuminismo l'Europa era dominata dai benestanti, dai ricchi, dai privilegiati, insomma da tutte quelle persone che mantenevano un posto di potere per favore divino, per eredità, per ordine o per esserselo comprato. I filosofi e i pensatori dell'Illuminismo si rallegravano del fatto che i cosiddetti "despoti illuminati", come Caterina di Russia e Federico di Prussia, leggevano molto e mostravano inclinazioni letterarie. Tuttavia molti di quei filosofi non erano nulla di più che cagnolini da salotto, che dalla loro posizione privilegiata percepivano un'Europa in movimento verso una democrazia illuminata. Come spiega Commanger, l'Europa non faceva altro che immaginare l'Illuminismo: era l'America a metterlo in atto. Quell'Illuminismo attinse tanto dalle sue radici nella cultura indiana quanto da ogni altra sorgente.
Quando gli Americani provano a far risalire la loro eredità democratica agli scritti teorici politici francesi ed inglesi dell'Illuminismo, spesso dimenticano che il pensiero di quegli uomini era stato pesantemente influenzato dalle tradizioni democratiche e dallo stato naturale degli Indiani d'America. Il concetto di "buon selvaggio" derivava soprattutto dagli scritti sugli Indiani d'America, e sebbene quell'immagine finì per essere romanticizzata e distorta, quegli scrittori avevano semplicemente romanticizzato e distorto qualcosa che esisteva realmente. Gli Indiani vivevano infatti in una condizione assolutamente democratica, erano qgualitari e la loro esistenza era caratterizzata da un'armonia con la natura ben più grande di quella espressa dagli Europei.
Henry Steele Commanger scrisse che durante l'Illuminismo l'Europa era dominata dai benestanti, dai ricchi, dai privilegiati, insomma da tutte quelle persone che mantenevano un posto di potere per favore divino, per eredità, per ordine o per esserselo comprato. I filosofi e i pensatori dell'Illuminismo si rallegravano del fatto che i cosiddetti "despoti illuminati", come Caterina di Russia e Federico di Prussia, leggevano molto e mostravano inclinazioni letterarie. Tuttavia molti di quei filosofi non erano nulla di più che cagnolini da salotto, che dalla loro posizione privilegiata percepivano un'Europa in movimento verso una democrazia illuminata. Come spiega Commanger, l'Europa non faceva altro che immaginare l'Illuminismo: era l'America a metterlo in atto. Quell'Illuminismo attinse tanto dalle sue radici nella cultura indiana quanto da ogni altra sorgente.
Quando gli Americani provano a far risalire la loro eredità democratica agli scritti teorici politici francesi ed inglesi dell'Illuminismo, spesso dimenticano che il pensiero di quegli uomini era stato pesantemente influenzato dalle tradizioni democratiche e dallo stato naturale degli Indiani d'America. Il concetto di "buon selvaggio" derivava soprattutto dagli scritti sugli Indiani d'America, e sebbene quell'immagine finì per essere romanticizzata e distorta, quegli scrittori avevano semplicemente romanticizzato e distorto qualcosa che esisteva realmente. Gli Indiani vivevano infatti in una condizione assolutamente democratica, erano qgualitari e la loro esistenza era caratterizzata da un'armonia con la natura ben più grande di quella espressa dagli Europei.
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