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sabato 12 gennaio 2013




Sunkmanitu tanka - il mondo 

degli Indiani d'America





Racconti degli Indiani d'America


Il profeta Cheyenne (parte 4)
(Cheyenne) 



Solo dopo che fu tornato, essi compresero che con le sue misteriose apparizioni Motzeyouf aveva voluto mostrare loro le future società della tribù: i guerrieri dello Scudo Rosso, i Coyote, gli Alci, le Corde d'Arco e i Cani Guerrieri Cheyenne. Furono queste società che, in seguito, fecero degli Cheyenne una delle più forti tribù di tutte le Pianure Occidentali. 
Dopo la sua ultima apparizione, Motzeyouf si diresse verso il luogo dove sorge il sole, marciando e correndo finché non giunse ai Paha Sapa, i Colli Neri. Lì trovò una montagna sacra, quella che oggi la gente chiama Colle Orso. Su un fianco della montagna trovò una grossa lastra di pietra che era come una porta, e quando si avvicinò la montagna si aprì ad accoglierlo ed egli si trovò dentro un immenso tepee. Quattro anziani gli diedero il benvenuto. <<Nipote,>> disse uno di loro <<ti aspettavamo.>> Attorno a un fuoco da concilio, nell'enorme vano, sedevano dozzine di giovani. Alcuni erano di pelle rossa, altri di pelle nera e altri di pelle bianca con peli sulla faccia. Erano venuti da tutte le nazioni della terra per imparare dal Grande Stregone. In fondo al locale il Grande Stregone, dai lunghi capelli bianchi, era in piedi ad accogliere Motzeyouf. Il Grande Stregone gli additò un sedile di pietra, l'unico posto vuoto attorno al fuoco. Accanto al sedile v'era un fascio magico avvolto in una pelle di volpe, e Motzeyouf vide fasci come quello ai piedi di tutti gli altri giovani. <<Se ti siedi in quel posto,>> disse il Grande Stregone <<dovrai restare con noi per molte lune, affinchè possiamo insegnarti a diventare il profeta del tuo popolo, gli Cheyenne.>> 
Motzeyouf non ebbe esitazioni. Sedette al posto vuoto, e nei giorni che seguirono gli uomini dello spirito incominciarono a insegnargli le cose che doveva imparare per diventare un profeta. Il Grande Stregone, che aveva fatto il sole, la luna, le stelle e la terra, gli conferì i poteri soprannaturali. Egli imparò i canti e le danze sacre. Imparò a vedere lontano nel futuro. Gli fu comunicato il segreto delle quattro società e del concilio dei quarantaquattro capi, affinché potesse svelarli ai Cheyenne al suo ritorno e la tribù potesse proteggersi dalla tirannide di un unico capo crudele. Solo una prova Motzeyouf non riuscì a superare. Quando gli fu domandato a quale dei giovani seduti attorno al fuoco del concilio avrebbe scelto di assomigliare, meditò a lungo. Il più bello e il più forte di essi era uno di pelle chiara con peli sul viso, e alla fine Motzeyouf additò quello. Il Grande Stregone scosse il capo. <<Hai fatto una scelta sbagliata>> disse. <<l'uomo dalla pelle chiara muterà tutto in pietra, e poi muterà anche se stesso in pietra.>>
Durante l'ultima luna che Motzeyouf trascorse nella montagna sacra, gli fu detto di aprire l'involto magico di pelle di volpe che stava accanto al suo posto intorno al fuoco del concilio. Dentro c'erano quattro frecce, ciascuna lunga quanto una gamba d'uomo. Le punte di selce erano coperte con morbide piume bianche d'aquila, e fissate alle aste erano penne intere di ali d'aquila. Le penne e le aste erano dipinte di blu e di marrone a rappresentare i colori del cielo e della terra. Su due frecce erano disegnati bisonti e altri animali; sulle altre due c'erano figure di uomini e di tepees. 

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