Giardini nella storia
Dal francese jardin, derivato dal franco gart o gard (recinto), è un terreno coltivato senza scopo produttivo, nel quale l'uomo, isolato dal resto del territorio, svolge una serie di attività a contatto con la natura: riposo, passeggiata, svago, gioco, coltivazione di piante Giulio Carlo Argan definiva il giardino una "sistemazione artificiosa, secondo moduli geometrici o fantastici, di terreni coltivati, allo scopo di ottenere un risultato prettamente estetico
Ma per una corretta comprensione del giardino non si possono trascurare gli importanti significati simbolici che ogni cultura e religione, sia occidentale che orientale ha attribuito al giardino, globalmente o nelle sue parti. Nel suo insieme è simbolo del Paradiso e del Cielo e rievocazione del paradiso perduto; le piante rappresentano personificazioni divine, poteri magici, virtù, aspirazioni e sentimenti umani (la palma segno di vittoria presso i Greci e Romani, e per i Cristiani simbolo del premio eterno meritato con la virtù e col martirio; il sicomoroil cui legno era adoperato dagli antichi Egizi per fare i sarcofagi destinati a contenere le mummie dei Faraoni; il loto particolarmente presente nell'iconografia simbolica dell'Induismo e del Buddismo; l'alloro, l'albero sacro ad Apollo, ritenuto simbolo della sapienza e della gloria; il mirto, pianta sacra a Venere, era il simbolo dell'amore e della poesia erotica; l'olivo simbolo di pace; l'edera di fedeltà; la quercia del vigore e della resistenza fisica); la presenza dell'acqua (fonte, pozzo, cascata) evoca il fluire ed il rinnovarsi della vita in senso materiale e spirituale.
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