Giardini nella storia
I giardini egizi
I giardini più antichi furono certamente quelli Egizi. Uno dei primi di cui si abbia notizia e di cui conosciamo una descrizione, anche se non ne esiste nessuna rappresentazione grafica, il giardino di Meten, un alto ufficiale e gran sacerdote che visse sotto l'ultimo faraone della terza dinastia ed il primo della quarta, quindi verso il 2700 a.C.. Meten - racconta il testo - si costruì una villa in un recinto quadrato di 105 metri di lato. Il terreno era piantato ad alberi: palme, fichi ed acacie. Davanti alla casa vi erano un pergolato e due vigne che producevano il vino necessario al padrone. Infine molti bacini di acqua, circondati dal verde della vegetazione, offrivano un ottimo rifugio per gli uccelli acquatici. Questa una delle prime descrizioni di giardino che esista anche se dobbiamo lavorare di fantasia per ricostruirlo
A non molto dopo risalgono i resti archeologici dei primi giardini. Uno di essi appartiene addirittura al 2100 a. C.. Si tratta di quello che si stendeva davanti al tempio di Nebhepetre Mentuhopte a Deir-el-Bahari. Per piantare i suoi alberi furono scavate nella roccia buche profonde. Così nello spazio davanti alla terrazza del tempio poterono vegetare grandissimi sicomori, alla cui ombra in mezzo ad aiole fiorite vegliavano, imponenti, le statue del re.
Infatti, a quel che dicono questi geroglifici, il dio Ammon in persona sarebbe apparso in sogno alla regina e le avrebbe esternato il desiderio di avere un parco molto grande per potervi passeggiare comodamente. Egli le avrebbe chiesto di piantarvi alberi rigogliosi e di acclimatarvi anche quelli dell'incenso che crescevano lussureggianti nel misterioso regno di Punt (forse Puoni, una località della costa somala). Testualmente il dio aveva chiesto che un Punt venisse creato nella sua casa
Data l'importanza del postulante, la regina si era affrettata a compiacerlo, ed aveva mandato una spedizione in quel lontano paese. Qui i marinai egizi, dopo aver consegnato doni al re ed alla deforme regina del luogo, avevano ottenuto in cambio di prelevare i preziosi alberi, e li avevano subito messi in grossi panieri con tutto il loro pane di terra attorno alle radici. Così le piante erano state sistemate sulle navi che attendevano alla fonda. La navigazione era stata felice e le piante, come informava la scritta, erano giunte fresche e verdeggianti.
La regina intanto, dopo aver creato un sistema di tubazioni per rifornire la zona dell'acqua necessaria all'irrigazione, aveva dato ordine che si procedesse ad adattar a giardino il pianoro roccioso davanti al tempio. Si erano così scavate nella roccia grandi fosse e, per facilitare l'attecchimento e la crescita delle piante, le si era riempite con la fertile terra del Nilo.
All'arrivo delle navi, fu la stessa Hatschepsut con le sue graziose mani a mettere a dimora le preziose piante, ma pare che per gli alberi di incenso il trapianto non ebbe successo ed essi, sia perchè avevano sofferto durante il trasporto, sia perchè non si adattavano al clima del deserto, inaridirono. Si rimediò comunque con i sicomori,(Ficus Sykomoros), l'albero per eccellenza degli antichi Egizi, e queste piante crebbero forti e rigogliose.
Il sicomoro, albero bellissimo, aveva un significato speciale per gli Egizi. Molte leggende lo riguardavano. Secondo un'antica credenza era proprio un sicomoro ad ergersi alto sotto la volta del cielo tra il sole nascente e quello che tramontava, ed a fare ondeggiare al vento le sue foglie di malachite. Non c'è quindi da stupirsi se questa pianta, molto impiegata nei giardini, era considerata una dea benefica, e se i contadini le rivolgevano un culto speciale offrendole sacrifici e adorazione. I suoi frutti ed il suo legno erano grandemente apprezzati e gli Egizi pensavano che la sua ombra, tanto grata ai vivi, riempisse di gioia anche i morti. L'albero sacro poi proteggeva gli amanti.
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