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lunedì 12 novembre 2012

Le streghe di Illegio

Illegio è un paesino della Carnia nel comune di Tolmezzo (UD).
Qui sembra che la stregoneria sia storia recente, si crede ancora che persone morte in odore di stregoneria abbiano trasmesso il loro potere alla stirpe femminile della loro famiglia, infatti scherzosamente si può ancora sentir chiedere: «Àtu fat bulî il cit?» (Hai fatto bollire il pignattino?). Il cit è l’emblema della strega: si riteneva infatti che, nel pentolino, ella preparasse gli intrugli magici di cui faceva svariati usi.
Da qui si capisce che la stregoneria non si apprende ma è un 'dono' che si possiede dalla nascita e sembra che la maggior parte delle streghe della zona non volessero fare davvero del male ma solo qualche scherzo per divertirsi. Si dice che talvolta sfogassero il loro potere scrollando e facendo inaridire qualche albero o maledicendo le pietre.
Si dice però che qualora nuocessero alle persone ne avessero piena coscienza e non avessero scrupoli nel riccatare le vittime per timore che queste rendessero nota l'identità della strega. In questo caso potevano lanciare sortilegi su animali e cose, oppure colpire le persone nella salute e nei rapporti famigliari.
A Illegio le streghe son tutte donne, è noto un solo caso di strega uomo, esse usavano darsi ritrovo in vari luoghi, ad esempio il Piano della Màina e a tal proposito si narra una storia:  «Tal Plan da Màine a’ disevint ch’a balavant las strias ogni joibe e un preidi ch’al è passât, ai è vignût daûr un campagnilut fi n su la puarte da canoniche». (Nel Piano della Màina dicevano che ballavano ogni giovedì le streghe e un prete che è passato fu seguito dal suono di un campanellino fi no alla porta della canonica).
Un altro luogo di ritrovo è la conca della Tenca dove si radunavano tutte le streghe della Carnia.
Non era uso per le streghe di Illegio esercitare il loro potere in paese sempre per il timore di essere riconosciute, ma qualche anziano racconta alcuni loro misfatti: A disevint ch’a ere una vecje ch’a lave a striâ là e las vacjas a’ frontavant il cjâf tal cjanton e a’ no mangjavant pui. A’ scugnivint lâ a cjoli il preidi ch’al benedive la stale. (Dicevano che c’era una vecchia che andava qua e là a gettare il malocchio alle mucche che puntavano la testa in un angolo e si rifiutavano di mangiare. Dovevano chiamare il prete che benediva la stalla).

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