Sunkmanitu tanka - il mondo
degli Indiani d'America
Miti e Leggende
La Madre del grano e del tabacco
(Penobscot)
La Madre del grano e del tabacco
(Penobscot)
Al principio, quando ancora il mondo era deserto e disabitato, Giziulitolek, il Creatore, viveva sulla terra in piena solitudine. Non c'era ancora la gente, ma già esistevano quei principi elementari, quei potenti elementi che lasciavano presagire un'imminente esplosione di vitalità: l'acqua, il vento e il sole, i tre ingredienti magici da cui ha avuto origine la vita.
Fu così che un giorno in cui il sole era particolarmente luminoso e riscaldava con raggi più penetranti e cocenti che mai, la combinazione fra i tre elementi diede origine ad un giovane uomo. Questi nacque miracolosamente dalla schiuma delle onde, animata dal vento e riscaldata dai raggi del sole.
Giziulitolek fu immensamente felice di incontrare il giovane che chiamò Grande Nipote. Lo prese quindi con sé facendo di lui il suo aiutante nella faticosa opera della creazione e insieme i due crearono ogni genere di cose.
Un giorno, da una goccia di rugiada che era caduta sulla foglia di una meravigliosa pianta verde che spuntava dal suolo proprio nel punto in cui andava a posarsi un tiepido raggio di sole, nacque una fanciulla di grande bellezza: la verde pianta, l'umidità e il tepore l'avevano portata in vita.
In verità quella leggiadra ragazza aveva una missione da compiere; ella era colei che dà conforto agli animali affranti. Quella fanciulla così graziosa fu davvero una benedizione inviata generosamente da Grande-Mistero-di-Lassù. La misteriosa creatura era così avvenente, talmente bella che Grande Nipote se ne innamorò subito e la sposò. In seguito ella concepì e fu così la Prima Madre.
Giziulitolek fu molto contento e ringraziò Grande-Mistero-di-Lassù di aver inviato quella stupenda fanciulla. Poi, dopo aver impartito ai due coniugi le dovute istruzioni su come avrebbero dovuto vivere sulla terra, si incamminò verso Nord dove stabilì la sua dimora. E dal Nord egli tornerà se avremo bisogno di lui.
Prima Madre partorì molti figli; la popolazione del mondo primordiale diveniva sempre più numerosa. A quel tempo, quei primi abitanti della terra, figli di Prima Madre, vivevano esclusivamente di caccia e, a mano a mano che la gente da sfamare aumentava, le prede divenivano sempre più rare. Presto non vi fu più nulla da cacciare nella foresta e così una grave carestia si abbattè su tutti loro. Disperatamente i giovani cacciatori si addentravano nella fitta boscaglia alla vana ricerca di un cervo o di un coniglio, ma tutte le prede erano ormai estinte. Non c'erano più né scoiattoli, né lepri, né alci, né lontre e presto tutti incominciarono a soffrire per l'estrema povertà, tormentati dai morsi della fame.
I più piccoli supplicarono Prima Madre di nutrirli, poichè la loro fame era insopportabile. In verità Prima Madre aveva molto pietà per quei suoi figli e si addolorava molto nel vederli soffrire. <<Dacci da mangiare, abbiamo tanta fame>>, si disperavano i bambini e ogni loro lamento accresceva il tormento di Prima Madre che cominciò a piangere amaramente.
La donna non aveva di che sfamare i suoi piccoli e, per l'angoscia che le stringeva il cuore, non faceva che piangere. Alle continue richieste dei bambini affamati ella tentò di consolarli, promettendo che presto avrebbe procurato tanto cibo da nutrirli a sazietà. Ma quando fu sola di nuovo si rattristò e ancora lucide lacrime rigarono le sue rosee guance.
Il marito, stanco di vederla così triste, le chiese cosa potesse fare per farla sorridere e renderla felice. Prima Madre gli rispose decisa: <<Una cosa sola puoi fare per porre fine alle mie lacrime>>.
<<Farei qualsiasi cosa pur di vedere un sorriso spuntare sulle tue labbra gentili>>, disse l'affettuoso marito.
<<Allora devi uccidermi>> replicò la donna.
Il marito rimase impietrito: come poteva uccidere colei che tanto amava, la fanciulla bellissima che egli aveva incontrato sulla terra ancora disabitata e che era divenuta sua sposa, la madre dei suoi figli? No, non avrebbe mai potuto commettere un atto che gli sembrava così assurdo e terribile. Ma Prima Madre ancora gli parlò con voce serena e suadente. <<Devi farlo>>, disse, <<altrimenti continuerò a piangere e ad affliggermi per l'eternità>>.
Un' insopportabile angoscia si impadronì allora del giovane marito che a sua volta pianse per la tristezza. Non sapendo cosa fare si incamminò verso Nord in cerca di suo zio, Giziulitolek.
Quando dopo un lungo viaggio giunse alla dimora del Creatore, gli confessò tutto il suo tormento supplicandolo di dare consiglio al suo cuore angustiato. Giziulitolek fu rapido e chiaro nella sua dura ma saggia risposta: sì, doveva uccidere Prima Madre come lei stessa aveva chiesto e fare tutto ciò che ella gli avrebbe ordinato di fare.
Fu così che un giorno in cui il sole era particolarmente luminoso e riscaldava con raggi più penetranti e cocenti che mai, la combinazione fra i tre elementi diede origine ad un giovane uomo. Questi nacque miracolosamente dalla schiuma delle onde, animata dal vento e riscaldata dai raggi del sole.
Giziulitolek fu immensamente felice di incontrare il giovane che chiamò Grande Nipote. Lo prese quindi con sé facendo di lui il suo aiutante nella faticosa opera della creazione e insieme i due crearono ogni genere di cose.
Un giorno, da una goccia di rugiada che era caduta sulla foglia di una meravigliosa pianta verde che spuntava dal suolo proprio nel punto in cui andava a posarsi un tiepido raggio di sole, nacque una fanciulla di grande bellezza: la verde pianta, l'umidità e il tepore l'avevano portata in vita.
In verità quella leggiadra ragazza aveva una missione da compiere; ella era colei che dà conforto agli animali affranti. Quella fanciulla così graziosa fu davvero una benedizione inviata generosamente da Grande-Mistero-di-Lassù. La misteriosa creatura era così avvenente, talmente bella che Grande Nipote se ne innamorò subito e la sposò. In seguito ella concepì e fu così la Prima Madre.
Giziulitolek fu molto contento e ringraziò Grande-Mistero-di-Lassù di aver inviato quella stupenda fanciulla. Poi, dopo aver impartito ai due coniugi le dovute istruzioni su come avrebbero dovuto vivere sulla terra, si incamminò verso Nord dove stabilì la sua dimora. E dal Nord egli tornerà se avremo bisogno di lui.
Prima Madre partorì molti figli; la popolazione del mondo primordiale diveniva sempre più numerosa. A quel tempo, quei primi abitanti della terra, figli di Prima Madre, vivevano esclusivamente di caccia e, a mano a mano che la gente da sfamare aumentava, le prede divenivano sempre più rare. Presto non vi fu più nulla da cacciare nella foresta e così una grave carestia si abbattè su tutti loro. Disperatamente i giovani cacciatori si addentravano nella fitta boscaglia alla vana ricerca di un cervo o di un coniglio, ma tutte le prede erano ormai estinte. Non c'erano più né scoiattoli, né lepri, né alci, né lontre e presto tutti incominciarono a soffrire per l'estrema povertà, tormentati dai morsi della fame.
I più piccoli supplicarono Prima Madre di nutrirli, poichè la loro fame era insopportabile. In verità Prima Madre aveva molto pietà per quei suoi figli e si addolorava molto nel vederli soffrire. <<Dacci da mangiare, abbiamo tanta fame>>, si disperavano i bambini e ogni loro lamento accresceva il tormento di Prima Madre che cominciò a piangere amaramente.
La donna non aveva di che sfamare i suoi piccoli e, per l'angoscia che le stringeva il cuore, non faceva che piangere. Alle continue richieste dei bambini affamati ella tentò di consolarli, promettendo che presto avrebbe procurato tanto cibo da nutrirli a sazietà. Ma quando fu sola di nuovo si rattristò e ancora lucide lacrime rigarono le sue rosee guance.
Il marito, stanco di vederla così triste, le chiese cosa potesse fare per farla sorridere e renderla felice. Prima Madre gli rispose decisa: <<Una cosa sola puoi fare per porre fine alle mie lacrime>>.
<<Farei qualsiasi cosa pur di vedere un sorriso spuntare sulle tue labbra gentili>>, disse l'affettuoso marito.
<<Allora devi uccidermi>> replicò la donna.
Il marito rimase impietrito: come poteva uccidere colei che tanto amava, la fanciulla bellissima che egli aveva incontrato sulla terra ancora disabitata e che era divenuta sua sposa, la madre dei suoi figli? No, non avrebbe mai potuto commettere un atto che gli sembrava così assurdo e terribile. Ma Prima Madre ancora gli parlò con voce serena e suadente. <<Devi farlo>>, disse, <<altrimenti continuerò a piangere e ad affliggermi per l'eternità>>.
Un' insopportabile angoscia si impadronì allora del giovane marito che a sua volta pianse per la tristezza. Non sapendo cosa fare si incamminò verso Nord in cerca di suo zio, Giziulitolek.
Quando dopo un lungo viaggio giunse alla dimora del Creatore, gli confessò tutto il suo tormento supplicandolo di dare consiglio al suo cuore angustiato. Giziulitolek fu rapido e chiaro nella sua dura ma saggia risposta: sì, doveva uccidere Prima Madre come lei stessa aveva chiesto e fare tutto ciò che ella gli avrebbe ordinato di fare.
(fine prima parte)
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