Rozzo Covole |
La grotta ha ispirato una leggenda locale. Essa racconta che dai tempi delle invasioni barbariche alcune famiglie abitavano le cavità che si aprono lungo le pendici del monte Rozzo Covole. A lungo andare queste persone si erano chiuse in se stesse e nelle proprie abitudini divenendo particolarmente taciturne, scorbutiche e selvatiche, "salbeghe" appunto. Le donne "salbeghe" venivano poi schernite dagli abitanti delle contrade vicine per cui si dice che esse si vendicassero "striando" gli uomini. Se fossero donne o anguane non si sa, certo comunque è che sempre più spesso figli e mariti si lasciavano striare dalle "donne salbeghe", che caste e timorate di Dio certamente non erano. Si può immaginare con quale spirito spose e madri attendessero, qualche volta invano, il ritorno dei loro uomini che quando arrivavano, erano pallidi e smunti da far paura, "ciucà da le strie" appunto.
Un bel giorno, d'accordo con il parroco, le donne di Tretto organizzarono una spedizione per risolvere una volta per tutte il problema e così una folla urlante s'incamminò verso le grotte. Quando il parroco benedisse le spelonche vi fu come una gran scossa di terremoto, tutti i "busi" crollarono e dalla terra uscì, come un turbinio di vento, una gran moltitudine di spiriti dalle sembianze femminili senza veli. Alle giaculatorie del parroco, la congerie di spiriti s'inabissò con gran fragore nell'unica grotta rimasta aperta la quale, da quel momento, prese il nome di "Buso dele Done Salbeghe". Tuttavia da allora una volta all'anno, con il plenilunio di primavera, le Done Salbeghe continuano a striare gli uomini che osassero ad avventurarsi di notte nei pressi della loro spelonca.
Un bel giorno, d'accordo con il parroco, le donne di Tretto organizzarono una spedizione per risolvere una volta per tutte il problema e così una folla urlante s'incamminò verso le grotte. Quando il parroco benedisse le spelonche vi fu come una gran scossa di terremoto, tutti i "busi" crollarono e dalla terra uscì, come un turbinio di vento, una gran moltitudine di spiriti dalle sembianze femminili senza veli. Alle giaculatorie del parroco, la congerie di spiriti s'inabissò con gran fragore nell'unica grotta rimasta aperta la quale, da quel momento, prese il nome di "Buso dele Done Salbeghe". Tuttavia da allora una volta all'anno, con il plenilunio di primavera, le Done Salbeghe continuano a striare gli uomini che osassero ad avventurarsi di notte nei pressi della loro spelonca.
Nessun commento:
Posta un commento