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mercoledì 28 marzo 2012


Buongiorno villani e villane che continuate a seguire il nostro blog! Scusate l'assenza di ieri. Comunque, ritornando a noi...Dopo avervi parlato delle Fate del Fuoco e delle Fate della Terra, eccoci a parlare di un altro tipo di Fata legata agli elementi: 




L'acqua, elemento di rigenerazione e purificazione, è alla base di moltissimi miti che la vedono quale protagonista dell'origine della vita. Per le popolazioni nordiche, ad esempio, l'acqua contenuta nel ghiaccio primordiale si sciolse grazie al vento caldo del sud, gocciolò e diede origine al primo essere vivente, il gigante Ymir. Nei miti babilonesi, all'inizio di tutto esisteva solo la distesa delle acque primordiali; da questa distesa si separarono due principi, l'uno rappresentante le acque dolci su cui poggiava la terra, laltro le acque salate, e quindi il mare, da cui uscirono tutte le creature. In molte altre tradizioni l'acqua rappresenta il caos primordiale da cui emergono le terre e da cui ha origine la vita. La stessa Afrodite, dea dell'amore e della bellezza, era nata dalla schiuma del mare (dal greco afros=schiuma bianca) e le sue sacerdotesse, ogni primavera, si bagnavano nel mare e ne riemergevano vergini, a sottolineare il potere rigenerante e purificante dell'acqua. 

Le fate che rappresentano quest’elemento vivono tra le acque dei fiumi e delle sorgenti, in limpidi laghi e nelle profondità dei mari donando gioia agli umani con canti ammaliatori e seducenti danze. Tra le fate dell'acqua più conosciute ricordiamo:

le Ninfe, sono giovani fanciulle che amano filare e tessere sulle sponde dei fiumi, ma anche danzare, cantare e nuotare nei limpidi laghetti alpini e nei torrenti. Le Ninfe emergono dall'acqua solo quando nessuno può vederle ma quando decidono di attirare a se qualche umano piacente, cantando soavemente, trascinano nell'acqua chiunque vi ponga piede. Si presentano sotto forma di giovani fanciulle delicate e luminose e amano immergersi nelle fresche acque di laghi e torrenti di montagna. Creature sensualissime alle quali è quasi impossibile resistere. Se i catturati sono giovani e belli sono portati in meravigliosi castelli di corallo e di madreperla dove la vita è talmente felice da indurre gli uomini a non desiderare più di tornare a vivere sulla terra. Se però i giovani tornano nel mondo dei comuni mortali, di solito muoiono presto perché chi ha avuto la fortuna di guardare gli occhi di una Ninfa non può più vivere lontano da quello sguardo.

Le Anguane sono creature fantastiche dai capelli di alga che vegliano sui fiumi, laghi e soprattutto sorgenti. Sono imparentate alle ninfe dalla tradizione classica e alle divinità paleo-venete delle acqua salutifere. Esse sono chiamate lavatrici notturne perché in certe notti si odono sciacquare presso i lavatoi per terminare il lavoro lasciato incompiuto dalla lavandaie.
In molti hanno affermato di averle sentite cantare una ninna-nanna lavando i pannolini, e le leggende parlano delle Anguane come personaggio mitico dai capelli rossi, dagli occhi chiari e dai piedi di capra.

Le Nereidi, ninfe del mar Mediterraneo, erano le cinquanta avvenenti figlie di Nereo, vecchissimo Dio marino, e della sua sposa, Doride. Vivevano nelle profondità marine, ma spesso salivano in superficie per aiutare marinai e viaggiatori, cavalcando delfini e altri animali marini. Le più famose erano Teti, madre dell'eroe greco Achille, Galatea, amata dal ciclope Polifemo, e Anfitrite, sposa del dio del mare Poseidone, accanto al quale è spesso raffigurata nei gruppi scultorei, su un cocchio trainato da tritoni. Altre ninfe delle acque erano le oceanine, figlie di Oceano, il grande fiume che scorre attorno alla Terra. Ninfa marina era Calipso, l'amante di Ulisse di cui canta Omero, che trattenne per sette anni l'eroe presso di sé e che lo liberò solo perché costretta da un ordine di Zeus, ma si lasciò morire di dolore per la sua partenza.

Erano dette Naiadi le ninfe delle sorgenti, dei fiumi e dei laghi. Dotate di facoltà guaritrici e profetiche, erano considerate le madri della vegetazione e del bestiame, ed erano assai care a Pan e a Dioniso. Delle Naiadi facevano parte le Potameidi, ninfe dei fiumi, le Pegee, ninfe delle fonti, e le Limnadi, ninfe delle acque stagnanti. Proprio a causa dello stretto rapporto con alcune forme misteriose degli esseri presenti in natura, il termine "naiade", così come "ninfa", passò in seguito nella terminologia scientifica a indicare gli stadi giovanili nella vita degli insetti.
Anche le tre Esperidi conosciute come Egle, Aretusa e Ipertusa, figlie del titano Atlante o d’Espero, la stella della sera, erano Ninfe. Con l’aiuto di un drago, custodivano un albero dalle mele d'oro, che la dea Era aveva ricevuto in dono da Gea, la madre Terra. Una delle dodici fatiche di Eracle consistette nel rubare quelle mele.
Nella mitologia romana le ninfe delle acque, talvolta identificate con le Muse, erano dette Camene. Esse possedevano il dono della profezia. Secondo il mito, una di loro, Egeria, fu consigliera di Numa Pompilio, secondo re di Roma, nella sua attività di legislatore.

Le Ondine sono creature assai simili alle Ninfe, vivono sperdute in mari ed Oceani, negli sperduti laghetti di montagna, o nei piccoli torrenti. Possono apparire agli uomini alle prime luci dell'alba o alle tarde ore del tramonto, sotto forma di sirene, oppure assumono l'aspetto di bianca spuma o di piccola corrente. Una leggenda narra che nel Lago di Carezza (BZ) vivessero delle Ondine molto timide, e un giorno, dopo un temporale sul lago apparve l'arcobaleno ed una delle Ondine se ne innamorò tanto da indurlo a raggiungerle nelle acque del Lago. Quando l'arcobaleno s’immerse, l'Ondina lo abbracciò e li pare sia rimasto per sempre diffondendo nell'acqua i suoi meravigliosi colori

Le Pelne, vengono anch'esse rappresentate come creature dell'acqua trasformate da un sortilegio in verdi colombe che volano vicino a terra e non si allontanano mai dai rivi ai quali appartenevano. Se inseguite raggiungono le prime rocce e si tramutano in giovani e bellissime donne dalla voce melodiosa e dallo sguardo luminoso ed affascinante. In questa forma rivolgono volentieri la parola agli uomini dispensando consigli.

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