Come se già non bastassimo noi da soli . . . ora dopo l'arrivo di Cris è d'obbligo anche l'ottavo giocatore che veglia sulla nostra sanità mentale XD
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sabato 31 marzo 2012
Racconti e leggende dall'Alto Adige
Ciao, sono Crislin, l'ultima arrivata. Sono nata e abito in Alto Adige, e ogni tanto cercherò di raccontarvi delle leggende o racconti sul mio territorio. Buona lettura.
Le streghe dello Sciliar
Bisogna sapere che l’immensa dorsale dello Sciliar è un luogo d’incontro molto amato dalle streghe che vi giungono da ogni dove a cavallo di una scopa.
Ma badate bene, cari bambini, a non recarvi a mezzanotte sul punto più alto, che è il Petz, perché a nessun essere umano è permesso assistere alle loro feste. Chi osasse tanto, ne impazzirebbe dalla paura.
A tal proposito, i vecchi dell’altopiano si ricordano ancora del povero Hansel che viveva in un maso proprio ai piedi dello Sciliar.
Una sera d’estate la moglie di Hansel stava prendendo l’acqua dal pozzo quando percepì una particolare energia nell’aria. Non un filo di vento aleggiava e la strana quiete faceva presagire a un violento temporale.
Volse lo sguardo al cielo e scorse, tra le minacciose nubi, un’ombra volteggiare.
“ Hansel...” gridò la donna “corri, corri, vieni a vedere cosa…”
L’uomo si precipitò immediatamente alla finestra e sgranando gli occhi al cielo nel punto indicato dalla moglie, esclamò: “Santi numi, quella è la Strega del tempo! Ah maledetta, adesso ti sistemo io!”.
In un batter d’occhio imbracciò il fucile, benedì i colpi con l’acqua santa, uscì sull’aia e mirò bene in alto... bum... bum.
Un urlo straziante accompagnò l’eco degli spari: la strega era stata colpita e con un pesante tonfo cadde proprio ai loro piedi.
Mamma mia che brutta! La vista della strega fu così terribile che il povero contadino non resse allo spavento e stramazzò, bianco come un cencio, al suolo.
Molti anni passarono, però, prima che il povero Hansel si riprendesse e mai dimenticò quella notte; infatti a ogni sopraggiungere del temporale si barricava in casa pieno di paura.
L'origine delle streghe
strix: civetta/allocco |
La parola strega deriva dal latino strix, termine che in origine si riferiva a un uccello che emetteva il suo verso nelle tenebre. L'associazione - non soltanto etimologica - con il gufo o la civetta, rivela un simbolismo di origine lontanissima. Tale uccello è sin dalla preistoria simbolo di morte, perchè era il segno dell'equinozio di autunno, e quindi della morte dell'anno: associazione che si ritrova presso gli Egizi, per i quali il geroglifico a forma di gufo indicava "morte, notte, freddo e negatività", caratteristiche queste tutte associate all'inverno.
Orazio nelle sue satire descrive le strix come sinistre figure che si aggirano tra le tombe, scarmigliate e ululanti, seguite da "cagne infernali".
All'inizio
con il termine strix si intendeva una figura malvagia, quelli che ora
definiamo streghe, vampiri o demoni, non c'era una grande distinzione
come ai giorni nostri, infatti con il temine strix o strige venivano
indicati gorgoni, lamie, arpie o esseri umani, entità fisiche e non, con
il comune denominatore di essere nocive per le persone.
La credenza in esseri simili, in contatto con gli spiriti del Male e con le forze del Mondo Sotterraneo, è antichissima. I Greci, i Romani e le genti pagane dell'Europa Occidentale credevano che le streghe, oltre la necromanzia, potessero praticare diverse forme di magia nociva: rovinare i raccolti, scatenare tempeste e inondazioni, fare ammalare il bestiame, uccidere o ferire persone, favorire o impedire l'amore e via dicendo.
Orazio nelle sue satire descrive le strix come sinistre figure che si aggirano tra le tombe, scarmigliate e ululanti, seguite da "cagne infernali".
Arpia |
La credenza in esseri simili, in contatto con gli spiriti del Male e con le forze del Mondo Sotterraneo, è antichissima. I Greci, i Romani e le genti pagane dell'Europa Occidentale credevano che le streghe, oltre la necromanzia, potessero praticare diverse forme di magia nociva: rovinare i raccolti, scatenare tempeste e inondazioni, fare ammalare il bestiame, uccidere o ferire persone, favorire o impedire l'amore e via dicendo.
Non vi è traccia invece, in epoca classica, del famoso Sabba, diffusissimo invece nella tradizione medievale: tuttavia si credeva che le streghe si incontrassero in certe occasioni, specialmente di notte.
Ecate divinità triplice |
Greci e Romani associavano le streghe alle tenebre e alla morte, alla
notte e alla luna, Signora della Notte, e alle entità che governavano i
morti. Le divinità protettrici della stregoneria erano dee lunari:
Selene, Diana o Ecate.
Il culto della grande madre |
Sull'origine della stregoneria non ci sono conclusioni certe ma diverse teorie.
Secondo alcuni si tratta del residuo di una religione antichissima, il Culto della Grande Madre praticato presso le civilizzazioni del Neolitico. (Questo spiegherebbe l'universalità del mito, presente in tutti i popoli)
Cernunnos |
Secondo altri la stregoneria deriverebbe da un culto pagano dimenticato, quello di Cernunnos, dio della fertilità, che sarebbe stato adorato in epoche pre-cristiane nell'Europa Occidentale, specialmente dalle classi più povere. Il fatto che tale divinità fosse in genere raffiguarata con le corna, ne avrebbe favorito nel Medioevo l'identificazione con il Diavolo.
Secondo altri ancora si tratterebbe della degenerazione dei culti praticati da sette eretiche di derivazione gnostica, come i Catari e i Luciferani (nonchè i Valdesi): in effetti la Chiesa cominciò a perseguitare le streghe come eretiche, non come seguaci di una religione pagana.Ci sono ancora tante altre teorie, a titolo di curiosità si può dire che le streghe attuali sono convinte assertrici della prima tra le ipotesi citate: quella secondo cui la stregoneria sarebbe la prima e più antica religione dell'umanità.
Buongiorno a tutti, scusate l’assenza di ieri..qualche problemino di
salute! Ebbene sì.. l’influenza ha colpito anche me. Torniamo a noi…e alle
nostre piccole amiche fatine..Oggi vi racconterò delle Fate della neve.
In diverse
parti dell’Europa e in Russia, si parla di Fate della Neve, piccole creature
alate che vivono, a seconda dei luoghi, da sole o in gruppo.
Si dice siano le responsabili dei disegni dei fiocchi di neve e della loro
caduta. Hanno una dolce camminata, silenziosissima, solo nell’assoluto
silenzio possono udirsi i loro passi piccoli e leggeri. Le fate dell'inverno
sono davvero splendide, vestite di lucenti abiti bianchissimi e ali
luminose . Sono spesso accompagnate da cavalli bianchi dalla lunga criniera
fatata. Hanno capelli lisci , biondi, blu o bianchi. E' rarissimo che
li abbiano scuri, solo una fata dell'inverno, ogni 50 anni, nasce
mora. Sono le fatine più affascinanti e misteriose del Regno fatato. Hanno
un carattere schivo e riservato; amano il silenzio, il buio, la solitudine. E’
difficilissimo incontrare una fata dell'inverno, ma il suo profumo si
sente per tutta la stagione: un' essenza di castagno e vischio che dà
sensazioni di ghiaccio e fuoco insieme. E' un odore impercettibile, ma
così intenso da impregnare l'aria e regalare emozioni di benessere e felicità.
Benvenuta Crislin :D
Di notte le streghe sono attive e tramano . . . mescolano strani ingredienti nei loro pentoloni, inzuccano, lumacano . . . Questa notte al villo siamo tornati in sette :D Festa grande subito!
venerdì 30 marzo 2012
Animali e pensiero magico: il leopardo
Il leopardo incarna il coraggio e l'aggressività.
Secondo gli antichi Romani, esso sarebbe nato dall'unione di un leone con un ghepardo, mentre una tradizione africana sostiene l'accoppiamento tra il leone e la iena.
Sempre in Africa, il leopardo è associato agli spiriti maligni e le società-leopardo, terroristi del XX secolo, si sono ispirati alla paura che suscita il loro animale-bandiera, oltre a mangiarne il cuore per aumentare le sue proprie qualità.
Nell'Antico Testamento il leopardo rappresenta l'Anticristo, la bestia dell'Apocalisse, ed è parimenti un simbolo induista dell'aggressività: il dio Shiva porta una pelle di leopardo, mentre in Cina è un simbolo guerriero.
Nella Grecia antica era l'animale sacro al dio Dioniso, dio del vino e della smoderatezza e, nella mitologia, il dio porta una pelle di leopardo durante il suo viaggio in oriente; spesso lo cavalca come si può ben vedere nel mosaico della Casa delle Maschere a Delo.
Un frammento della tomba di Tutankhamon, presso la Valle dei Re, combina il simbolismo del leopardo con la morte e l'aldilà: il successore di Tutankhamon porta con sè la pelle di leopardo.
Infine alcune culture associano il leopardo alla pioggia e all'acqua, come nell'Africa Nera dove il suo ruggito annuncia la pioggia e i temporali. Presso i Nuer del Sudan meridionale viene associato alla pioggia e alla fertilità del terreno.
L'ottava Zolla
Il significato dei fiori
G
Gardenia - Simpatia.
Garofano
Bianco: fedeltà
Bianco: fedeltà
Giallo: eleganza
Rosa: Fedeltà, amore reciproco
Rosso: Amore vivissimo, energia
Screziato: fidati di me.
Gelsomino - Fortuna denaro
Giallo: gentilezza, candore, eleganza
Gelsomino
Bianco: amabilità.
Giacinto - Amore ardente, divertimento.
Giacinto blu: costanza
Giacinto blu: costanza
Giacinto porpora: perdonami
Giacinto rosso o rosa: gioco
Giacinto bianco: affetto
Giacinto giallo: gelosia
Giglio
Bianco: purezza e innocenza
Bianco: purezza e innocenza
Giallo: nobiltà, grandezza
Rosa: vanità.
Girasole - Adulazione altezzosità
Ha certo il diritto di essere altezzoso, poiché è di gran lunga la pianta più alta del giardino. La sua natura non è comunque il suo unico bene, perché ogni sua parte è usata in qualche modo: con i semi, che sono commestibili, si fanno olio e sapone; le foglie e i gambi forniscono foraggio e tessuti e perfino surrogato del tabacco.
Il nome del genere, Elianto, viene da due parole greche, "helios", sole,e "anthos", fiore. Il Girasole era venerato come simbolo del sole dagli Inca del Perù e poi dagli Indiani d'America. Secondo la mitologia, Clizia, una ninfa acquatica morta di crepacuore per il tradimento del dio del sole Apollo, fu trasformata in Girasole. Tra gli altri suoi nomi vi sono Tagete del Perù e Sole indiano, ma il preferito è il nome italiano, perché questi fiori seguono davvero il percorso quotidiano del sole, da Oriente a Occidente, volgendo il capo. per taluni simboleggia adulazione, per altri riconoscenza verso l'astro che gli permette di vivere.
Ha certo il diritto di essere altezzoso, poiché è di gran lunga la pianta più alta del giardino. La sua natura non è comunque il suo unico bene, perché ogni sua parte è usata in qualche modo: con i semi, che sono commestibili, si fanno olio e sapone; le foglie e i gambi forniscono foraggio e tessuti e perfino surrogato del tabacco.
Il nome del genere, Elianto, viene da due parole greche, "helios", sole,e "anthos", fiore. Il Girasole era venerato come simbolo del sole dagli Inca del Perù e poi dagli Indiani d'America. Secondo la mitologia, Clizia, una ninfa acquatica morta di crepacuore per il tradimento del dio del sole Apollo, fu trasformata in Girasole. Tra gli altri suoi nomi vi sono Tagete del Perù e Sole indiano, ma il preferito è il nome italiano, perché questi fiori seguono davvero il percorso quotidiano del sole, da Oriente a Occidente, volgendo il capo. per taluni simboleggia adulazione, per altri riconoscenza verso l'astro che gli permette di vivere.
Spiga di grano - Abbondanza, prosperità, ricchezza
Geranio - stupidità, follia